Disabili a scuola, troppe carenze

Nel report Istat 2013 un Paese spaccato a metà

Uno dei principali problemi per gli studenti con disabilità è la presenza di barriere architettoniche nelle scuole. Soprattutto in quelle del Mezzogiorno. Per quanto gli sforzi negli ultimi anni siano cresciuti il recente report dell’Istat, Alunni con disabilità, restituisce l’immagine di un Paese che ancora arranca su quelle che dovrebbero essere semplici prove di civiltà. Dagli ostacoli architettonici alla mancanza di apparecchiature adeguate, il sistema scolastico è caratterizzato da una carenza strutturale che mina l’inclusione sociale di ragazzi che presentano difficoltà motorie o di apprendimento.

Le Barriere Architettoniche da nord a sud

Alcune regioni possono vantare punte di eccellenza in questo senso, altre l’esatto opposto: il Paese sembra spaccato a metà. Tanto per fare un esempio: la ripartizione geografica con la percentuale più bassa di scuole con scale a norma (74,4% di scuole primarie e 84,1% di secondarie) e servizi igienici a norma (68,7% di scuole primarie e 72,9% di secondarie di primo grado) risiede, infatti, nelle regioni del Sud. Al contrario – fa notare l’Istituto nazionale di statistica -, il Nord, con la percentuale più elevata sia per le scale a norma (83,6% di scuole primarie e 89,7% di scuole secondarie) sia per i servizi igienici a norma (83,3% di scuole primarie e 86,2% di scuole secondarie). “Il 35,7% delle scuole primarie del Nord – è scritto nel report – ha percorsi interni accessibili contro il 23,4% delle scuole dello stesso ordine del Mezzogiorno; il 34,6% delle scuole del Nord, invece, ha percorsi esterni accessibili contro il 21,7% delle scuole del Mezzogiorno di pari ordine”.

Una domanda crescente ed il supporto tecnologico (mancante)

Che poi, il numero degli alunni con disabilità, continua a crescere: nell’anno scolastico 2012-2013 risultano circa 84 mila nella scuola primaria, pari al 3% del totale, mentre in quella secondaria di primo grado sono poco più di 65 mila (il 3,7% del totale). La tecnologia può avere una funzione sociale non indifferente quale strumento di inclusione nelle scuole. Peccato che pure in quest’ambito non manchino lacune esiziali. Informa sempre l’Istat che sono ancora più di un quarto le scuole primarie e secondarie di primo grado che non hanno postazioni informatiche adattate, con percentuali più elevate nel Mezzogiorno (il 30% delle scuole primarie e il 25,2% delle scuole secondarie), la percentuale più bassa si riscontra al Centro con il 27% di scuole primarie e il 20,8% di scuole secondarie.

Le scuole primarie dell’Emilia-Romagna sono quelle più dotate di postazioni informatiche adattate (82,9% delle scuole), insieme alle scuole secondarie di primo grado della Liguria (83,1% delle scuole). Le scuole meno dotate sono quelle della Basilicata (59,4% delle scuole della regione) per la scuola primaria e quelle della Campania (71,6% delle scuole) per la scuola secondaria di primo grado. Per la didattica speciale, poi, nel 14% delle scuole primarie e nell’8,9% di quelle secondarie di primo grado nessuno degli insegnanti di sostegno utilizza la tecnologia. A livello regionale è la Campania a presentare la percentuale più alta di scuole primarie in cui gli insegnanti di sostegno si avvalgono della tecnologia (22,1% delle scuole), mentre per la scuola secondaria di primo grado è la Provincia autonoma di Bolzano (19,0% delle scuole).

Insegnanti di sostegno, alto il turn over

Questi ultimi, gli insegnanti di sostegno rilevati dal Ministero dell’Istruzione, sono oltre 67 mila, vale a dire duemila in più rispetto allo scorso anno. Nel Mezzogiorno si registra il maggior numero di ore medie di sostegno settimanali assegnate.

Gli insegnanti di sostegno, in entrambi gli ordini scolastici, svolgono prevalentemente attività di tipo didattico (per l’84% degli alunni con disabilità della scuola primaria e per l’82,4% di quelli della scuola secondaria di primo grado). La quota è rispettivamente dell’ 8,6% e del 6,8% se l’insegnante svolge attività prevalentemente di tipo assistenziale. “Circa l’8% delle famiglie – si legge nel report dell’Istat – ha presentato un ricorso negli anni per ottenere l’aumento delle ore di sostegno. Ha cambiato insegnante di sostegno nel corso dell’anno scolastico il 14,5% degli alunni con disabilità della scuola primaria e il 12,5% della scuola secondaria di primo grado. Il 44,2% degli alunni della scuola primaria ha invece cambiato l’insegnante di sostegno rispetto all’anno scolastico precedente, lo stesso è accaduto al 37,9% degli alunni della scuola secondaria di primo grado”.

Poca attività extrascolastica

Nel Centro e nel Nord si registrano in media circa cinque ore settimanali di assistente educativo culturale o assistente ad personam per la scuola primaria e quattro ore per la secondaria di primo grado. Nel Mezzogiorno, dove invece sono più numerosi gli alunni con disabilità non autonomi, a questa attività vengono dedicate tre ore nella scuola primaria e due nella secondaria di primo grado.

La partecipazione alle attività extrascolastiche organizzate dalla scuola sembra essere molto difficile per gli alunni disabili a scuola. Quasi la metà di loro non partecipa in entrambi gli ordini scolastici. Percentuali più basse si riscontrano, invece, nella partecipazione ai campi scuola, ai quali prendono parte il 16,1% degli alunni con disabilità della scuola primaria e il 17,2% di quelli della scuola secondaria di primo grado.