Web accessibile nell’UE

I siti web devono garantire i criteri di accessibilità
I siti web devono garantire i criteri di accessibilità

L’Europarlamento auspica la fruibilità dei siti pubblici e privati

Un nuovo passo per la piena accessibilità dei siti pubblici in tutta Europa è stato compiuto dal Parlamento Europeo, che ha votato a larghissima maggioranza (593 voti a favore e quaranta contrari, tredici astenuti) un disegno di legge più estensivo per un web accessibile.

Nell’Unione Europea infatti, dove si stimano oltre 167 milioni i cittadini con difficoltà di accesso, solo un terzo dei siti rispondono agli standard previsti dalla normativa attualmente in vigore.

Il testo

Gli eurodeputati sono andati oltre la proposta della Commissione, che prevedeva l’accessibilità per 12 categorie di siti pubblici, stabilendo che lo siano anche i siti gestiti da privati che forniscono servizi pubblici, come le compagnie di gas elettricità ed acqua, gli asili nido, le poste e le banche, le aziende di trasporti e quelle sanitarie.

Resterebbero esentate dall’obbligo solo le aziende con meno di dodici dipendenti, ma la possibilità di eccezione dipenderà dai singoli Stati membri e da come recepiranno la direttiva nelle legislazioni nazionali.

Per essere utilizzabile dalle persone con disabilità, ma anche dagli anziani, ogni sito web dovrebbe rispettare le linee guida tecniche chiamate standard Wcag 2.0, permettendo di ingrandire il testo e le immagini, di navigare con la tastiera o con l’ausilio di lettori di schermo, di avere sottotitoli per i video.

I siti dovranno essere accessibili indipendentemente dallo strumento usato dall’utente per la navigazione, compresi tablet e smartphone.

Sarà possibile per gli utenti presentare reclami in caso di inadempienza riguardante l’accessibilità di un sito, sono previste penali per le compagnie che non rispettino la legge.

Sviluppi ed incertezze

Nel caso il disegno di legge dovesse essere approvato, i Paesi membri avrebbero un anno di tempo per adeguarsi riguardo i nuovi contenuti messi online e tre anni per adattare quelli già in rete, altri due anni per mettere a norma i contenuti audio live.

Ora la decisione passa al Consiglio, composto dai ventotto Stati membri, che può accettare la posizione dell’Europarlamento o adottare la sua, che dovrà poi essere negoziata con Strasburgo.

Ma le organizzazioni che rappresentano le persone con disabilità e gli anziani (European Disability Forum, Age Platform e Anec), temono che il testo venga indebolito dalla negoziazione tra i diversi Stati e chiedono a tutti gli Stati membri di adottare velocemente il testo approvato in parlamento.