Handicap e ironia, intervista a David Anzalone

La locandina di "Io non sono normale", lo spettacolo di David Anzalone tra handicap ed ironia
La locandina di “Io non sono normale”, lo spettacolo di David Anzalone tra handicap ed ironia

“Io non sono normale”, ma in fondo chi di noi lo è? David Anzalone docet

 

David Anzalone, alias Zanza
David Anzalone, alias Zanza

Il comico teatrale David Anzalone, detto “Zanza“, con i suoi spettacoli ha sfatato il luogo comune per cui si tende con facilità ad immaginare chi recita in teatro perfetto sia nella dizione che nelle movenze; David, che da anni si esibisce in giro per l’ Italia, è affetto da una forma abbastanza vistosa di tetraparesi spastica, con problemi ai quattro arti e difficoltà nell’articolazione delle parole. Nonostante questi limiti fisici, David tiene la scena con notevole disinvoltura, facendo divertire i suoi spettatori. Ma il personaggio di David è originale anche, e soprattutto, a causa del contenuto delle sue esibizioni. Il suo spettacolo-monologo “Targato H”, realizzato con la musica e le regie del suo socio Alessandro Castriota, verte proprio sul tema dell’handicap: David scherza continuamente sulla sua condizione di “handicappato”, racconta episodi curiosi nei quali la sua diversità crea imbarazzo e scompiglio nelle persone e a volte finisce persino a tornare a suo vantaggio. Come quando, da ragazzo, il prete lo assolveva ancora prima di ascoltare le sue confessioni, oppure quando gli hanno assegnato un’insegnante di sostegno che era una “gran gnocca“.  Ma non sempre le cose vanno così bene. Una volta David, che guida un’automobile adattata, stava accompagnando a casa un suo amico ubriaco: i carabinieri lo hanno fermato ed erano convinti che l’ubriaco fosse lui. Quando ha spiegato loro che i suoi movimenti anomali erano dovuti al suo handicap, i carabinieri gli hanno detto: “Ah, quindi lei non solo è ubriaco, è pure disabile!! Cambi posizione e faccia guidare il suo amico!“. Alla faccia della sicurezza delle strade, commenta David.

Un modo originale di reagire

L’arguta ironia di Zanza, indubbiamente, accende i riflettori su tutte quelle situazioni nelle quali la gente comune non sa rapportarsi agli “handicappati” e li tratta da diversi. Chi convive con un handicap, conosce bene queste situazioni e non sempre riesce a prendere le opportune contromisure psicologiche: l’ironia di David può rappresentare un’ottima soluzione per indurre le persone a riflettere, e a vedere l’handicap sotto un’altra luce. Come quando, come lui stesso racconta, a dieci anni dinanzi ad un gruppo di vecchi di un paesino che mostravano una forte diffidenza nei suoi confronti, con uno di essi che si chiedeva addirittura se la sua patologia fosse contagiosa: “Ma s’attacca?” la sua pronta risposta fu: “Sì, ma solo quando sputo!!” con quei vecchi così burberi e scontrosi che esplosero in una risata generale.

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handicap e ironia intervista, a David Anzalone

Sociale.it  Ma – abbiamo chiesto a David, che gentilmente ha risposto via mail ad alcune domande che gli abbiamo posto in esclusiva – nella tua vita, oltre a tutte queste persone che ti hanno trattato da diverso, qualcuna che ti ha trattato da pari a pari, l’hai incontrata?

Zanza Certo che l’ho incontrata… Però era handicappata anche lei! Negli spettacoli mi piace parlare dello strano binomio normalità/anormalità. La mia condizione personale e’ solo la chiave di accesso per valorizzare ogni diversità, uscire da qualsiasi tentazione all’omologazione e ribadire il mio mantra: la normalità non esiste, l’umanità è una marmellata di diversità.

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.it Parlando del tuo rapporto con le donne, tu hai affermato che le donne per te sono come le Olimpiadi, una ogni quattro anni. In quelle occasioni, però, sei riuscito a stabilire dei “record”.  Con il tempo la situazione è migliorata?

Z. Col teatro, la situazione e’ molto migliorata… Anzi, si può dire che ho iniziato a far l’attore proprio per cuccare di più.  Ho iniziato a esibirmi molto presto e continuo a farlo! A buon intenditor…

.it Spesso, per noi disabili, il legame con i genitori è  più forte che per la media delle altre persone, perché nella maggior parte dei casi richiediamo, diciamo così, una certa attenzione anche da adulti. E’ stato così anche per te? Mi parli un po’ del tuo livello di autonomia attuale, e del percorso che hai dovuto compiere per raggiungerlo?

Z. Oggi come oggi, l’unico ostacolo alla completa autonomia che mi e’ rimasto sono le complicatissime allacciature dei reggiseno! La libertà non te la regala nessuno, e’ sempre una conquista personale. In questo,la famiglia può trasmetterti un’attitudine all’autonomia ma,sempre più spesso, vedo famiglie paragonabili al detto che si usava anni fa nelle campagne di prevenzione dall’HIV: se le conosci, le eviti!