Scacchi, uno sport per tutti

Ruben Bernardi (a destra), qui impegnato nel Campionato del Mondo per disabili che si è disputato a Dresda nel 2013
Ruben Bernardi (a destra), qui impegnato nel Campionato del Mondo per disabili che si è disputato a Dresda nel 2013

Il torneo internazionale di scacchi di Arco(TN), uno dei più importanti tornei di scacchi che si gioca in Italia, ha visto due giocatori disabili lottare egregiamente, e ottenere piazzamenti di alta classifica. Ruben Bernardi di Ortisei(BZ) ha ottenuto un eccezionale 12′ posto su 133 giocatori, e il sottoscritto Giulio Simeone di Roma ha ottenuto un ottimo 30′ posto. I due giocatori, oltre che con altri  italiani, hanno dovuto confrontarsi con esperti giocatori provenienti da Germania, Austria, Svizzera, Croazia, Danimarca. In occasione degli ultimi turni, le partite dei due giocatori sono sempre rientrate nel gruppo di partite di alta classifica che venivano giocate su scacchiere elettroniche e trasmesse in diretta web. Notare che i due giocatori hanno potuto prendere parte al torneo anche grazie alla perfetta accessibilità della sede di gioco, l’ ex- Casinò Municipale di Arco; l’accessibilità dei tornei di scacchi alle persone disabili dovrebbe essere cosa scontata, ma purtroppo non lo è, a Roma, ad esempio, una discreta parte dei tornei ufficiali si gioca in luoghi non accessibili che sono preclusi ai giocatori in sedia a rotelle. Anche i dintorni della sede di gioco di Arco, molto gradevoli e pieni di verde, sono perfettamente accessibili: Ruben Bernardi, con la sua carrozzina elettrica, affrontava sempre da solo il percorso dall’albergo alla sede di gioco.

Lo splendido edificio, interamente accessibile alle persone disabili, dove si è disputato il torneo di Arco
Lo splendido edificio, interamente accessibile alle persone disabili, dove si è disputato il torneo di Arco

Combattere alla pari

La funzione positiva che gli scacchi, il gioco di strategia più diffuso in Italia, possono avere sulla psicologia di una persona disabile, è semplice da capire. La vita quotidiana spesso è difficile per una persona disabile, così come può essere difficile il confronto con le persone normodotate; nello spazio delle sessantaquattro caselle, invece, disabili e normodotati si battono completamente alla pari, e si può dire che la disabilità si annulla. Poco importa che si tratti di un gioco, perché il giocatore di scacchi di torneo, qualunque sia la sua condizione fisica, prende sempre molto sul serio le sue partite. Sotto quest’aspetto, gli scacchi superano molte altre discipline sportive (basket, hockey, scherma) dove gli atleti disabili competono soltanto fra di loro: si può dire dunque che l’ambiente scacchistico è luogo di socializzazione e di confronto alla pari fra disabili e normodotati.

Un gioco per tutti

Gli scacchi sono praticate da molte persone disabili anche perchè praticamente qualunque tipo di disabile fisico, grazie a particolari accorgimenti previsti dal regolamento, può partecipare ad un torneo di scacchi. I due disabili citati all’inizio avevano l’unico accorgimento della scacchiera spostata leggermente verso di loro per facilitare il movimento dei pezzi, ma il regolamento è molto flessibile e prevede, ove necessario, molte altre facilitazioni. Gli scacchisti non vedenti, per esempio, durante le partite, hanno a disposizione una scacchiera Braille sulla quale possono “leggere” in ogni momento la posizione dei pezzi: una volta scelta la mossa, lo scacchista non vedente la comunica a voce all’avversario, che a sua volta gli comunica a voce le proprie mosse.

Gli scacchisti non vedenti hanno la possibilità di "leggere" la posizione su una scacchiera Braille
Gli scacchisti non vedenti hanno la possibilità di “leggere” la posizione su una scacchiera Braille

Gli scacchisti con gravi handicap motori che non sono in grado di spostare i pezzi, possono avvalersi di un assistente al quale comunicano a voce le mosse da eseguire. Se il giocatore non può stare seduto alla scacchiera, può osservare la posizione su una scacchiera posta in verticale. Nella fotografia in basso vediamo Alessio Viviani, 17enne scacchista di Porto D’Ascoli, che gioca tornei in tutta Italia con eccellenti risultati: attualmente, con un punteggio internazionale di 2132 punti, occupa il 9° posto nella graduatoria degli scacchisti italiani con meno di diciotto anni.

 

Durante le sue partite, Alessio Viviani osserva la posizione su una scacchiera verticale, e sua madre esegue le mosse sulla scacchiera  canonica
Durante le sue partite, Alessio Viviani osserva la posizione su una scacchiera verticale, e sua madre esegue le mosse sulla scacchiera canonica

Competizioni per disabili e Olimpiadi

Abbiamo detto che negli scacchi i disabili gareggiano ad armi pari con i normodotati: ciò non toglie, però, che esistano anche delle competizioni riservate agli scacchisti disabili, e anche squadre composte esclusivamente da scacchisti disabili che partecipano alle competizioni internazionali. Nel 2013, a Dresda si è disputato il primo campionato del mondo per disabili, il già citato Ruben Bernardi di Ortisei ha ottenuto un eccellente ottavo posto e si è guadagnato il diritto a far parte della squadra dei disabili fisici che lo scorso agosto ha partecipato alle Olimpiadi scacchistiche a Tromsö, in Norvegia. Tale competizione, oltre alle rappresentative delle nazioni di tutto il mondo, prevede già da alcuni anni la partecipazione delle squadre dei disabili fisici, dei non vedenti e dei non udenti. Anche la squadra dei non udenti ha visto la partecipazione di un italiano, il Maestro Internazionale Duilio Colluitis, un giocatore di livello molto alto. Purtroppo in Italia non è stato ancora organizzato il campionato dei disabili; viene però organizzato da ben 42 anni il campionato dei ciechi e degli ipovedenti, che quest’anno ha visto la vittoria di Claudio Gasperoni di Viterbo.