Bambini poliglotti

Le potenzialità di apprendimento di un bambino sono vastissime
Le potenzialità di apprendimento di un bambino sono vastissime

Oggigiorno, le persone si spostano molto, spesso vanno a vivere in paesi diversi da quello originario, e instaurano relazioni affettive con persone del posto oppure che anch’esse si sono trasferite da altri paesi. Quando tali relazioni si concretizzano nella nascita di figli, succede che questi fin dalla più tenera età sono sottoposti all’ ascolto di (almeno!) due lingue diverse, e diventano molto presto bilingui. In alcuni genitori ciò suscita dubbi e preoccupazioni, alcuni addirittura evitano di parlare ai figli nella loro lingua madre: ma gli esperti affermano che il multilinguismo nei bambini è assolutamente positivo, e che, un individuo che continua a praticare le lingue apprese da piccolo con un minimo di continuità, diventa un ottimo conoscitore di ciascuna di esse.

Bambini confusi da due lingue? Macchè

Christina Bosemark, fondatrice della “Multilingual Children Association” di San Francisco e madre di due bambine che parlano inglese, svedese e spagnolo, in un interessante articolo che compare sul sito www.omniglot.com, sottolinea con forza la capacità che hanno i bimbi di imparare molte lingue e smonta tutti i dubbi più comuni che hanno genitori ed educatori. Secondo la Bosemark, la credenza che un bambino possa essere confuso dall’ascolto di due o più lingue ha radici più politiche che scientifiche: si pensi, per esempio, a tutti i regimi più o meno dittatoriali che propagandano la conservazione dell’integrità linguistica.
Christina Bosemark con le sue due bambine poliglotte
Christina Bosemark con le sue due bambine poliglotte
Che il cervello del bambino riesca a gestire benissimo due o più lingue, invece, è ampiamente dimostrato sia da decenni di ricerche scientifiche, sia da paesi come il Canada, il Belgio, la Svizzera e la Finlandia dove nelle scuole vengono insegnate due lingue fin dall’asilo.

Il bambino non mescola le lingue

La Bosemark smonta anche la credenza secondo la quale, in realtà, quella che un bambino immerso in un ambiente multilingue impara è una mescolanza di linguaggi. In realtà questo fenomeno può verificarsi all’inizio, ma, in seguito, quando il bambino inizia a consolidare il suo vocabolario in ciascuna delle lingue che conosce, questo fenomeno scompare. I bambini che parlano una sola lingua usualmente, dopo aver appreso il corretto uso di un’espressione, non la sbagliano più: lo stesso succede ai bambini che parlano più lingue, che imparano rapidamente a quale lingua appartiene ogni vocabolo. Più le lingue sono diverse, più il loro compito è facile: chiaramente, differenziare l’italiano e il giapponese è un po’ più facile che differenziare l’italiano e lo spagnolo. Ma i bambini riescono tranquillamente anche nell’impresa di differenziare lingue simili. La Bosemark dice che gli adulti aiutano i bambini a differenziare le lingue quando differenziano le lingue loro stessi, cosa non sempre scontata soprattutto nel caso, appunto, di due lingue simili. Infine, la Bosemark risponde a tutti quelli che pensano che, anche nel caso un bambino non impari le lingue durante la prima infanzia, ha sempre tempo per farlo in seguito: in realtà, gli esperti affermano che i bambini per diventare poliglotti devono essere esposti a ciascuna lingua almeno 1/3 del loro tempo da svegli. Per imparare una nuova parola, un bambino ha necessità di ascoltarla centinaia di volte; solo le parolacce, scherza la Bosemark, gli basta ascoltarle una sola volta!!

Cervello più duttile grazie alle lingue

In realtà diversi studi sono andati addirittura oltre, dimostrando che il multilinguismo non solo non genera confusione nel bambino, ma lo aiuta anche a sviluppare capacità cognitive che gli possono essere utili in altri ambiti. In un articolo comparso sulla rivista Science, Jacques Muhler, docente di Neuroscienze alla SISSA di Trieste, spiega che un bambino che cresce in un ambiente multilingue sviluppa un cervello più duttile perchè è allenato a distinguere gli stimoli verbali provenienti da ciascuna lingua.
Socializzazione tra bambini di diverse etnie: uno scenario che vediamo sempre più spesso anche da noi
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E’ stato dimostrato che i bambini poliglotti imparano a leggere prima degli altri e, cosa interessante, ad accettare meglio opinioni diverse dalle loro. Sembra inoltre che i vantaggi del poliglottismo si estendano anche agli adulti, e perfino tra gli anziani che parlano più lingue si riscontrerebbero percentuali più basse di declino cognitivo. Questi studi indubbiamente rappresentano un importante punto a favore dell’asserzione che una società multietnica, dove culture diverse si incontrano e si mescolano, sia una società migliore.