Il futuro dei media digitali

L’informazione sempre più on line e social

DWGMF 2015, a Bonn si è discusso della rivoluzione introdotta dai social network nel mondo dei media digitali
DWGMF 2015, a Bonn si è discusso della rivoluzione introdotta dai social network nel mondo dei media digitali

Forse con l’avvento dei digital media la fine della carta non è troppo lontana, ma anche la televisione così come la conosciamo potrebbe cambiare radicalmente. Dell’evoluzione in corso se ne è parlato al DW Global Media Forum, la conferenza internazionale sui media organizzata dalla piattaforma media internazionale tedesca Deutsche Welle e che si è conclusa a Bonn il 24 giugno. “I confini tra i media tradizionali e quelli digitali sono sempre più sfumati – ha dichiarato al foruGünther Oettinger, Commissario Ue alla Digital Economy – la convergenza è una realtà“chiamato a esprimere la propria opinione sui new media nell’era digitale. Ed inj questo contesto in rapida evoluzione sono proprio i social network ad acquisire un ruolo strategico nell’informazione come veicolo per le notizie.

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Un mercato in rapida evoluzione

Gli esempi di come il mercato dell’informazione e dell’intrattenimento stia rapidamente cambiando sono molti. A partire da SnapChat, il social network di messaggistica istantanea usa e getta, che con Discover, il news aggregator della piattaforma lanciato ad inizio anno e interamente finanziato dalla pubblicità, che ospita sempre più contenuti editoriali , news, foto, video interni e, soprattutto, offerti direttamente da testate come CNN, Comedy Central, Cosmopolitan, Daily Mail, ESPN, Food Network, National Geographic, People, Vice, Yahoo! News e Warner Music. Oppure il recentissimo accordo tra Facebook e gli editori per la condivisione e la pubblicazione diretta senza più link esterni e la gestione autonoma della pubblicità.
Anche il Reuters Istitute per gli Studi sul Giornalismo con il suo recente Rapporto 2015 sul giornalismo digitale conferma che nei primi 5 paesi della Ue – Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna – il social network di Palo Alto è sempre più utilizzato per le notizie.

Netflix la piattaforma Usa di Streaming di contenuti audiovideo on demand sta per sbarcare in Italia
Netflix la piattaforma Usa di Streaming di contenuti audiovideo on demand sta per sbarcare in Italia

Ai guidare questa rivoluzione nel modo d’informarsi sono soprattutto i giovani che snobbano la Tv e cercano notizie sulle innumerevoli fonti offerte dal web, social in primo luogo, e le condividono, propagano e discutono in chat e in istant messaging su mobile.
Una televisione a sua volta rivoluzionata dallo streaming che offre ai telespettatori un’ esperienza sempre più personalizzata, con Net flix, che sta per arrivare anche in Italia dove sono già presenti piattaforme on demand tra cui Sky On Line, il servizio web con cui il maggiore broadcaster satellitare globale vuole mettere il suo zampino anche sul nuovo mercato che apre sul web. Un contesto, questo, in cui l’informazione dove non è più esclusiva della carta o dell’etere, ma sempre più sfreccia in tempo reale su web e social.

“I media vecchi e nuovi stanno rapidamente convergendo in un unico e grande ambiente mediatico, prevalentemente digitale”, evidenzia sempre Oettinger che precisa come anche “i confini fisici, compresi quelli dei mercati nazionali dei media, sono sempre meno rilevanti, grazie soprattutto alle tecnologie mobili”.
“L’Europa può contare su settore media molto forte e di alta qualità –  sottolinea il Commissario Ue – ma bisogna fare in modo che continui a innovarsi e che ci sia un quadro normativo adatto” a sostenere questa evoluzione.

Günther Oettinger, Commissario Ue alla Digital Economy
Günther Oettinger, Commissario Ue alla Digital Economy

La sfida della ricerca e dell’innovazione nel mondo dell’informazione

In primo luogo promuovendo la convergenza tra media tradizionali e media digitali. L’ibridazione, il media off line che è anche on line, è uno schema ormai già largamente diffuso ed esiste una quantità smisurata di contenuti testuali e multimediali. Il problema è la visione d’insieme, la capacità di creare nuovi modelli di business sostenibile che rispondano in modo efficace alle nuove modalità, ai nuovi strumenti di produzione e di consumo dell’informazione, intercettando nuove fonti di reddito, a partire dalla pubblicità. Per vincere questa sfida la Commissione Ue a messo sul tavolo 19 milioni di euro per la ricerca e l’innovazione “sui social media, sulla convergenza tra i servizi media tradizionali e quelli web-based e sull’uso dei Big Data per i media”, dice a questo proposito il commissario Oettinger. “Tra pochi mesi  pubblicheremo i risultati di diversi progetti di ricerca sulla convergenza dei media e dei contenuti”, aggiunge.

L’iniziativa, sottolinea il responsabile Ue per l’economia digitale, non deve però essere solo pubblica, anche gli imprenditori del settore devono impegnarsi a svecchiare il proprio business, non solo in termini tecnologici ma anche di modelli come ha fatto l’editore tedesco Axel Springer che ha creato un incubatore di startup dei media, “un modello che anche gli altri potrebbero e dovrebbero replicare“.

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Ma la rivoluzione passa anche attraverso l’intercettare e l’assecondare i nuovi comportamenti che emergono nell’acquisto dei beni consumo ed applicarli a questo mercato “introducendo per esempio micropagamenti per tutti i tipi di contenuti online”, dichiara Oettinger che invita gli operatori del settore ad avere anche “una mentalità più globale pure nella produzione dei contenuti“ per essere dei player credibili in un mercato sempre più globalizzato, in cui c’è sicuramente bisogno di regole condivise ed il sostegno pubblico, anche economico, ma in cui “l’industria deve compiere un ulteriore sforzo”.