Denuncia dell'Amnil. In calo le assunzioni dei disabili, scoperto 22% posti disponibili

 

Si continua a non assumere disabili
Si continua a non assumere disabili

I disabili nel nostro paese continuano a non essere assunti anche quando i posti ci sono e sono disponibili

In totale, in Italia, fra pubblico e privato, al 31 dicembre del 2013 risultavano 186.219 posti di lavoro riservati a soggetti con disabilità, 41.238 dei quali scoperti. E’ il 22%, quasi uno su quattro. Oltre 26 mila di questi sono nel settore privato (su 117 mila complessivi), poco meno di 13 mila sono nel pubblico (su 76 mila posti riservati). La denuncia parte dall’Anmil, riportando i dati della Relazione al Parlamento sull’attuazione della legge 68/1999 per il biennio 2012-2013, trasmessa poi alle Camere.

Un documento che, sottolinea l’Anmil, “ricopre un ruolo fondamentale nel monitoraggio della normativa in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità e, non discostandosi dalle precedenti edizioni, fotografa una situazione purtroppo ancora molto critica”.

La causa, per l’Anmil, a quanto pare potrebbe rivelarsi nella crisi che porta  molte aziende a chiedere l’esonero o la sospensione temporanea dall’obbligo di assunzione.

Nel  2013 ci sono state oltre 4.600 autorizzazioni in tal senso (il 95% di quelle richieste) per un numero complessivo di posti di lavoro interessati di oltre diecimila.

Rispettivamente esiguo a confronto, il numero delle sanzioni amministrative comminate a chi non ha rispettato la legge: nel 2013 ci sono state in tutta Italia appena 23 sanzioni per ritardato invio di prospetto informativo e 159 per mancato adempimento degli obblighi di legge (numeri simili nel 2012: rispettivamente 23 e 150).

Gli iscritti agli elenchi unici provinciali del collocamento obbligatorio sono stabili intorno a quota 700 mila, anche se alla fine del 2013 il dato scende fino a 676 mila iscritti. Fra questi, in 68 mila si sono iscritti nel corso dell’ultimo anno oggetto di indagine, il 2013.

Considerato il grande numero di lavoratori, gli avviamenti al lavoro sono stati davvero pochi: non più di 19 mila nel 2012 e ancora meno, 18.295, nel corso del 2013. Ed è il minimo storico, rimarca l’Anmil nella sua denuncia, il dato più basso che sia mai stato censito da una relazione al Parlamento sull’attuazione della legge 68/99: erano stati infatti 22.360 nel 2010 e 22.023 nel 2012. In pratica, nel 2013, ogni quattro nuovi disabili che si iscrivono alla lista del collocamento obbligatorio (e che vanno ad aggiungersi ai tanti che già ci sono da tempo), ce n’è solamente uno che trova effettivamente un lavoro (in percentuale viene avviato in un anno il 26,9% dei nuovi iscritti).

Ma se il termine di paragone sono gli iscritti, dice l’Anmil, il calcolo è ancor più impietoso: un avviamento al lavoro ogni 36 iscritti al collocamento. La conclusione con i dati alla mano è che dal 2007 al 2013, si è registrato un sostanziale dimezzamento degli avviamenti: il dato va però contemperato con la situazione generale, avverte l’Anmil, cioè la riduzione del numero dei datori di lavoro obbligati all’assunzione, l’incremento della cassa integrazione, della mobilità e dei dispositivi che consentono di accedere all’istituto della sospensione temporanea dagli obblighi di assunzione.