Diabete: arriva il test predittivo

Diabete, in arrivo un test predittivo
Diabete, in arrivo un test predittivo

Un test e una scoperta tutta italiana

Diabete, arriva il test predittivo. Grazie a un test a base di glucosio è possibile individuare una nuova categoria di soggetti con una predisposizione e in uno stato “pre-diabete”,  pazienti che presentano un rischio aumentato del 400% di sviluppare un diabete conclamato entro i successivi 5 anni. Già erano stati messi sul mercato,  in precedenza, dei dispostivi per il monitoraggio. Lo studio è stato condotto dalla  Società Italiana di Diabetologia e pubblicati sulla rivista JCEM. Le ipotesi, ottimistiche, sono quelle di prevedere la comparsa di diabete entro i prossimi 5 anni, anche in soggetti finora ritenuti non a rischio.  Lo studio italiano, pubblicato sulla rivista “Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism”, organo ufficiale della Società di Endocrinologia Americana, ha come primo autore una donna, la dottoressa Teresa Vanessa Fiorentino, che ha svolto parte della sua attività di ricerca grazie a una borsa di studio per l’estero finanziata dalla Società Italiana di Diabetologia (Sid).  “Questa ricerca – hanno spiegato i ricercatori alla stampa – ha dimostrato che le persone con normale tolleranza glucidica, ma con valori di glicemia maggiori di 155 mg/dl, un’ora dopo l’assunzione di una bevanda contenente 75 gr di glucosio (test da carico orale di glucosio, OGTT) hanno un rischio maggiore di sviluppare il diabete mellito tipo 2, rispetto a quelli con alterata glicemia a digiuno (IFG- ImpairedFastingGlucose), una condizione considerata a rischio secondo le linee guida internazionali e caratterizzata da un valore di glicemia a digiuno compreso tra 100 e 125 mg/ml. L’importanza del nostro studio è di avere fatto emergere una condizione di rischio per diabete tipo 2, in un gruppo di persone considerate a basso rischio di diabete tipo 2 secondo le attuali linee guida. L’utilizzo a scopo diagnostico dei valori della glicemia, ad un’ora dall’assunzione di un carico orale standard di glucosio (75 grammi) è già consolidato per la diagnosi del ‘diabete gestazionale’, il diabete cioè che compare durante una gravidanza, che rappresenta una condizione di rischio sia per la gestante che per il feto.

Diabetici: in Italia uno su due rinuncia alle cure

Si spera che questo test apra una maggiore propensione alle cure per chi soffre di diabete. I diabetici italiani sono infatti circa 3 milioni, ma solo uno su due si cura davvero. A circa 2 milioni sono prescritti gli ipoglicemizzanti orali, ma 1,3 milioni abbandonano le terapie; circa 800 mila italiani con diabete di tipo due hanno bisogno costante dell’insulina, ma in 200.000 smettono di curarsi. Una scarsa aderenza alla cura implica però un maggior rischio di complicanze, dalla retinopatia all’insufficienza renale, con un aumento sensibile dei costi sociali per il SSN. Accade così che ancora oggi muoiono 27.000 diabetici ogni anno e l’aspettativa di vita dei pazienti è di 5-10 anni inferiore alla norma. Di queste e altre problematiche legate alla gestione del diabete, che non riguardano solo l’Italia, si è parlato nei mesi scorsi al congresso dell’American Diabets Association a Boston (Stati Uniti).   Dal congresso è emerso che ogni venti minuti un diabetico muore per le conseguenze di un trattamento gestito in maniera non adeguata: l’aspettativa di vita per questi pazienti è tuttora di 5-10 anni inferiore alla norma, ma potrebbe allinearsi a quella della popolazione generale con terapie adeguate e semplici da seguire.