Attacchi alle cooperative sociali nel Sud

(fonte www.crotonenews.com)
Danni alle cooperative sociali

Allarmi per le aziende che gestiscono terreni e aziende confiscate

Quasi a smentire le voci su presente collusioni tra mafia e cooperative sociali, in queste settimane di estate si sono registrati numerosi attacchi alle aziende che gestiscono terreni e aziende confiscate, in Campania e Calabria.

A fine luglio a Teano (Caserta) sono andati in fumo 10 ettari di pescheto, pochi giorni dopo è arrivato un furto, firmato con una svastica, nel Fondo rustico Amato Lamberti di Chiaiano a Napoli.

Due episodi contro le cooperative della Nuova Cooperazione Organizzata che da anni realizza il Pacco alla camorra con i prodotti dei terreni e delle aziende tolte ai clan.

In Campania e Calabria

Un altro atto di barbarie è stato compiuto a luglio ai danni del vivaio di Cepa della cooperativa sociale crotonese Terre Joniche, dove ignoti hanno distrutto di fatto una serra dove erano state messe a dimora piante per scopi sociali.

Più recentemente, è stato rubato il trattore ed incendiato un ulivo secolare sui terreni confiscati dove lavora la coop sociale “Giovani in vita” di Sinopoli (Reggio Calabria), con tanto di minaccia di morte al titolare.

Infine, sempre a luglio  un incendio ha distrutto l’azienda di detergenti bio-compatibili Cleprin di Sessa Aurunca (Caserta), da sempre in prima linea contro il racket e le mafie.

Questi episodi non sono i primi e non saranno certamente gli ultimi ai danni di realtà che lavorano sul territorio per sottrarre risorse e giovani alla mafia, e che hanno organizzato anche quest’anno grazie alla rete di Libera attività di divulgazione e sostegno, compresi i campi di lavoro nazionali ed internazionali.

Il sostegno di Legacoopsociali

A seguito di tutto questo, Legacoopsociali si sta attivando per denunciare il fenomeno e per sostenere le cooperative danneggiate, favorendo l’acquisto dei prodotti e le donazioni.

La rete nazionale di cooperative sociali è al fianco di tutti i soci e ai lavoratori testimoniare insieme a loro il concreto impegno della cooperazione sociale sui temi della legalità e del lavoro.

Il Sud, a partire da queste realtà di economia e di welfare legate alla gestione dei beni confiscati  alle mafie, deve reagire e trovare un’alternativa a un modello imprenditoriale e di sviluppo, per creare lavoro e maggiore giustizia sociale.