Mafia Capitale, Libera e Coop attaccano Gabrielli: “Le cooperative non sono tutte uguali”

Don Luigi Ciotti ha criticato aspramente i toni del Prefetto Gabrielli sulle Coop Sociali invitando a non fare di tutta l'erba un fascio
Don Luigi Ciotti ha criticato aspramente i toni del Prefetto Gabrielli sulle Coop Sociali invitano a non fare di tutta l’erba un fascio

Lega Coop e il presidente di Libera invitano a non fare generalizzazioni e, a nove mesi dall’inchiesta su mafia capitale, invitano a non fare generalizzazioni additando tutto il mondo della cooperazione. In particolare Lega Coop va all’attacco del prefetto Gabrielli che ieri ha descritto il reinserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati come un settore “criminogeno”.

Il mondo della cooperazione dice basta e chiede, a mesi dall’esplosione dell’inchiesta Mondo di Mezzo, di mettere un punto all’attacco indiscriminato al mondo della cooperazione sociale: il ruolo di Salvatore Buzzi, numero uno della cooperativa 29 giugno e perno del sistema di mafia capitale, avrebbe finito per investire tutto il mondo della cooperazione in maniera indiscriminata, senza riuscire più a distinguere quanto di buono ha prodotto e produce il movimento cooperativo.

Questo è il centro delle parole pronunciate oggi da Lega Coop Sociali e da Don Ciotti, presidente di Libera.

Per Lega Coop la goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state le dichiarazioni rese ieri dal prefetto di Roma Franco Gabrielli, che ha indicato l’inserimento socio lavorativo dei soggetti deboli, regolamentato dalla legge 381/91, come elemento “criminogeno”.  “La cooperazione sociale di inserimento lavorativo, che dà occupazione ai lavoratori disabili e svantaggiati in misura 25 volte superiore alle altre imprese ed alla stessa Pubblica Amministrazione è criminogena – si legge in una nota – Migliaia di cooperative sociali, di soci, di lavoratori sono criminogeni. Questo attacco generalizzato e sconsiderato, talora prossimo alla diffamazione, non è più comprensibile né accettabile”.

“Quando sono cooperatori e cooperative sociali a comportarsi in modo illegale ci costituiamo contro di loro come parte civile in giudizio – prosegue Lega Coop Sociali – come a Roma per Mafia Capitale. Le cooperative ed i cooperatori sociali, il loro lavoro quotidiano, meritano rispetto. Additarli non come risorsa, quali sono, ma come il problema, in un paese che ha i livelli di corruzione e di malaffare dell’Italia, vuol dire ingenerare una confusione che non fa bene a nessuno”.

Franco Gabrielli, già a capo dell aPotezione Civile è subentrato alcuni mesi nella carica di  Carica di Prefetto di Roma al collega Giuseppe Pecoraro, travolto da Mafia Capitale: gravi le sue dichiarazioni sulle cooperative sociali definite criminogene
Franco Gabrielli, già a capo dell aPotezione Civile è subentrato alcuni mesi nella carica di Carica di Prefetto di Roma al collega Giuseppe Pecoraro, travolto da Mafia Capitale: gravi le sue dichiarazioni sulle cooperative sociali definite criminogene

Don Ciotti: “Evitare generalizzazioni”

A chiedere che non si faccia di tutta l’erba un fascio è stato anche Don Ciotti, fondatore dell’associazione antimafia Libera e del Gruppo Abele, che di cooperazione e di recupero di ex carcerati e persone in difficoltà ne sa qualcosa.

Intervenendo a Firenze in un convegno dal titolo “Diritti, lavoro, mutualismo” Don Ciotti, senza far finta di non vedere i problemi che affliggono il mondo della cooperazione, ha ricordato “che cooperare significa mettere insieme le risorse, per fare insieme quello che da soli non é possibile fare”, rimandando alle origini del movimento cooperativo.

“Purtroppo in questo momento sono emerse alcune vicende vergognose e drammatiche che hanno riguardato alcune cooperative – ha spiegato Don Ciotti – ma dobbiamo evitare semplificazioni e generalizzazioni, che rischiano di umiliare i valori e la storia di questo settore. Le cooperative infatti sono il sale della democrazia, e devono essere messe in condizione di operare, di crescere, di fare un buon servizio alle persone, che deve essere l’obiettivo comune del pubblico e del privato”.