Le competenze: un valore da stimare

 

Integrazione lavorativa
Valutazione delle competenze professionali e trasversali

La valutazione delle competenze per facilitare l’inserimento lavorativo del disabile in Azienda.

Il percorso di inserimento lavorativo per una persona con disabilità deve necessariamente prevedere una valutazione delle competenze professionali e trasversali.

Le competenze riconosciute e valorizzate diventano il punto di forza e il valore aggiunto di ogni persona che si inserisce in Azienda.

La persona disabile, che inizia la sua prima esperienza di lavoro oppure deve re-inserirsi dopo un cambiamento della propria vita da un punto di vista fisico e, a volte, anche lavorativo, si trova di fronte a numerose incertezze rispetto alla tipologia di lavoro che può e saprebbe svolgere.

Uno degli aspetti a volte trascurato, specie nelle persone che per la prima volta si avvicinano al mondo del lavoro, è l’approfondimento delle capacità personali, cosi dette trasversali: autonomia negli spostamenti, gestione dei tempi/puntualità, capacità di inserirsi in un gruppo, gestione dello stress, adattamento, capacità di affrontare un problema e individuarne le possibili soluzioni.

Daniel Goleman le descrive infatti come competenze emotive e sociali (Intelligenza sociale 6 giu. 2007 di Daniel Goleman e V. Pazzi; Lavorare con Intelligenza emotiva, 23 mar. 2000 di Daniel Goleman).

Il Bilancio delle Competenze in queste situazioni aiuta a focalizzare l’attenzione e la valutazione sulle capacità/competenze acquisite mediante le esperienze formative, professionali e personali e non soltanto basandosi sulle sole conoscenze tecnico-professionali.

Partire dalle competenze personali di base, assicura alla persona e all’Azienda ospitante la possibilità di contare su una buona riuscita del percorso di inclusione e ridurre al minimo le possibilità di turn-over e/ fallimento dell’esperienza di integrazione lavorativa.

In questo percorso devono essere previste due figure: il tutor per l’inserimento lavorativo ed il tutor Aziendale.

Il tutor per l’inserimento lavorativo ed il tutor aziendale sono due figure complementari che devono integrarsi al fine di collaborare in modo efficace per raggiungere l’obiettivo comune: inserimento, benessere e mantenimento del lavoro.

Il tutor per l’inserimento lavorativo svolge un ruolo di affiancamento in momenti diversi del percorso di inclusione, al centro del quale vi è sempre la persona con disabilità, come protagonista attiva del percorso.

Il tutor aziendale ha la funzione di facilitatore dell’inserimento nella struttura ospitante, supporta il disabile nello svolgimento delle attività, ne monitora l’andamento e si confronta con il tutor dell’inserimento per comunicare i miglioramenti o le eventuali rettifiche da fare al progetto individualizzato di inserimento lavorativo.

Per rendere graduale ed efficace un progetto di inclusione lavorativa, nel caso soprattutto di persone con disabilità che non hanno mai lavorato, si può partire inizialmente con un tirocinio formativo o pre-lavorativo, per favorire nella persona la consapevolezza e il rafforzamento delle sue capacità e competenze trasversali, che la potranno facilitare in un inserimento lavorativo futuro.

Il tirocinio è prima di tutto un’esperienza formativa, che si deve basare su un progetto formativo individuale e stabilendo gli obiettivi di apprendimento e di crescita personale.

L’articolo 8 della legge 104/92 definisce: “L’inserimento e l’integrazione sociale della persona handicappata si realizzano mediante […] misure atte a favorire la piena integrazione nel mondo del lavoro, in forma individuale o associata, e la tutela del posto di lavoro […]”.
L’articolo 18 della legge 104/92 sottolinea che le attività di inserimento e integrazione lavorativa delle persone con disabilità sono realizzate da enti, istituzioni,cooperative sociali, di lavoro, di servizi centri di lavoro guidato, associazioni ed organizzazioni di volontariato, che possono iscriversi anche ad albi regionali.

Al termine del percorso di tirocinio è prevista una valutazione soggettiva e da parte delle figure di accompagnamento, nonché la certificazione finale delle competenze acquisite (Scheda di capacità e conoscenze), con l’obiettivo prioritario di riconoscerne e valorizzarne il potenziale, anche ai fini di un progetto lavorativo futuro.

Documentare e certificarne le competenze significa dare anche la possibilità alla persona con disabilità di prendere consapevolezza delle sue capacità/conoscenze, superando quindi la concezione soggettiva di “limitazione personale” e acquisendo quella di “punti di forza”, riconoscendosi così il suo Valore come persona sia in ambito privato che socio-lavorativo.