Rapporto del MISE sugli occupati nelle startup italiane

Rapporto Mise sulle startup italiane
Rapporto Mise sulle startup italiane

Il futuro delle startup italiane

Il Rapporto del Ministero dello sviluppo economico sulle startup (in breve Mise) 2015  registra 5 .000 startup innovative in Italia,  per circa 24.000 occupati. E’ stata presentata la Seconda edizione della Relazione annuale al Parlamento su startup e Pmi innovative.  Vediamo alcuni dati generali: 5000 aziende (+1.400 sul 2014), 36 incubatori e 24 mila occupati. Federica Guidi indica le sfide: ‘ Internazionalizzazione delle imprese italiane, il mercato degli investimenti in capitale di rischio, rapporti più stretti tra ricerca e impresa’. Qui è possibile leggere la “Relazione annuale al Parlamento sullo stato di attuazione della normativa a sostegno delle startup e delle PMI innovative”. Il documento presenta le evoluzioni normative che hanno interessato la strategia del Governo a sostegno dell’ecosistema delle imprese innovative dal marzo del 2014 ad oggi (capitolo 1), descrive le dinamiche “demografiche” di startup innovative – focus principale di questa edizione –, incubatori certificati e PMI innovative osservabili attraverso le sezioni dedicate del Registro delle Imprese (capitolo 2), analizza i primi effetti prodotti dagli strumenti di policy che compongono lo “Startup Act” italiano (capitolo 3) e illustra le ulteriori iniziative a favore dell’ecosistema introdotte successivamente al Decreto crescita 2.0 (capitolo 4).

Gli argomenti del Rapporto

Gli argomenti toccati, da questa seconda edizione del Rapporto, sono numerosi e tutti rilevanti per il futuro della nostra economia e della crescita delle imprese: gli sviluppi dell’imprenditorialità innovativa a tre anni dalla conversione in legge del Decreto Crescita 2.0, gli effetti delle misure agevolative adottate e i possibili interventi per potenziare un comparto che a dicembre 2015 già conta 5.044 mila imprese, 31 incubatori e 24 mila lavoratori. Nel 2017 l’obiettivo è arrivare a 7500 startup innovative. Durante quest’anno 626 startup innovative hanno fatto ricorso al Fondo di Garanzia per le PMI per un totale di oltre 255 milioni di euro di finanziamenti erogati. Il Fondo Smart&Start Italia ha ammesso ai finanziamenti 190 progetti per 98 milioni di euro.
La relazione, si legge in una nota del Ministero, ha l’obiettivo di garantire la massima consapevolezza e trasparenza sugli effetti della normativa, in modo da consentire un controllo diffuso sugli stessi e promuovere un dibattito pubblico fondato su elementi oggettivi. La presenza a fine agosto 2015 di 4.511 startup innovative, 1.391 unità in più rispetto a fine 2014 e 2.792 in più rispetto a quelle censite a fine febbraio 2014 nella precedente relazione al Parlamento testimonia la grande attenzione che l’ecosistema dell’innovazione sta riservando alla policy, del suo crescente radicamento nel discorso pubblico sull’innovazione, della sua progressiva diffusione tra gli strumenti normativi utilizzati per favorire l’investimento in innovazione. Nel testo si legge che: “In particolare, si misurano tre picchi di densità in corrispondenza dei centri metropolitani di Torino, Roma e Milano, quest’ultima ormai in grado di fronteggiare a testa alta la competizione delle maggiori città europee. Secondo i dati di fonte camerale, al 30 giugno 2015 le startup innovative coinvolgevano 20.800 lavoratori (16.861 soci – è ipotizzabile che i soci siano coinvolti direttamente nell’attività d’impresa – e 3.924 dipendenti), circa 2.900 unità in più rispetto al trimestre precedente e ben 5.800 in più rispetto a fine 2014. Tra il 2013 e il 2014 si è inoltre assistito all’incremento del numero di imprese con dipendenti (da 634 a 1.010), accompagnato da un aumento della dimensione media (da 3,2 a 3,4 dipendenti). Sempre a metà 2015, 461 startup erano riuscite a attrarre finanziamenti bancari sfruttando l’intervento semplificato e gratuito del Fondo di Garanzia per le PMI, per un ammontare totale di 198 milioni di euro: una media di 306.000 euro a prestito, cifra particolarmente elevata se si considerano la loro fisionomia di nuove imprese ad alto rischio e le contestuali perduranti difficoltà nell’accesso al credito da parte delle imprese tradizionali”. A fine dicembre 2015 sono risultati iscritti 36 incubatori certificati, quasi tre quarti dei quali localizzati al Nord, circa il 25% al Centro e uno soltanto nell’area del Mezzogiorno (in Sardegna); essi impiegano complessivamente 322 addetti, in media 11 a impresa, con un picco che tocca le 71 unità.