Alexej, il pianista russo senza dita

Il brillante pianista russo all'opera
Il brillante pianista russo all’opera

La bruciante carriera di Alexej Romanov, che, privo delle dita, a 16 anni è già arrivato a suonare il pianoforte in televisione.

Per suonare il pianoforte, le dita delle mani sono indubbiamente utili ma non necessarie. Lo ha dimostrato al mondo Alexey Romanov, un sedicenne russo di Zelenodolsk, una città della Repubblica del Tatarstan non lontanissima da Mosca. Alexey aveva cominciato ad imparare a suonare ad una scuola per bambini con disabilità, partendo dalle colonne sonore di vari film e telefilm. I suoi progressi sono stati molto rapidi: Alexey ha iniziato presto a prendere parte a importanti competizioni musicali, e a vincerle. La sua bravura gli è valsa un invito da parte di un’importante scuola di musica moscovita, e, molto recentemente, la partecipazione ad una trasmissione televisiva il cui nome si può tradurre “Ospiti dal domani“. In quest’occasione, Alexey ha suonato la composizione “Il fiume scorre in te” scritta dal pianista sudcoreano Yiruma. Questa performance ha regalato una notevole popolarità ad Alexey, con numerosissimi messaggi di ammirazione che sono arrivati dai Social Media.

Emozionato, ma soltanto all’inizio

Alexey prima dell’esibizione era visibilmente, e comprensibilmente, emozionato, ma poi al momento di suonare è andato tutto bene, come riporta il noto periodico inglese The Guardian: “Sono salito sul palcoscenico, mi sono seduto e ho cominciato a suonare. Inizialmente sentivo le mie ginocchia tremare, ma poi mi sono reso conto che stavo andando bene, ed è stato come se la melodia andasse da sola“.

Disabili russi, meglio rispetto a qualche anno fa

 Alcune settimane fa, in quest’articolo, abbiamo parlato di un progetto di solidarietà rivolto a orfani russi, alcuni dei quali disabili; evidentemente, la situazione dei disabili russi sta migliorando rispetto alle storie agghiaccianti che trapelavano qualche anno fa, come quella di Ruben Gallego, disabile moscovita che ha vissuto l’infanzia in orfanotrofi dove i bambini e i ragazzi “diversi” venivano isolati dal resto del mondo e, in certi casi, lasciati morire. Gradualmente e con molta fatica, la cultura dei diritti e dell’uguaglianza delle persone disabili si sta diffondendo anche in parti del mondo che fino a poco tempo fa ne erano prive.