Un’App dall’Uganda per l’occupazione femminile

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Un’app per l’occupazione femminile

Sistemi informatici e App in crescita nel continente africano

Un’App dall’Uganda per l’occupazione femminile . Si chiama Yoza ed è un’ app per fare il bucato e sostenere l’occupazione femminile, anche se con questa occupazione non professionale e “stereotipata” (perché solo le donne dovrebbero occuparsi della pulizia degli abiti e della biancheria?). L’idea è venuta a due giovani ugandesi. A Kampala, capitale del paese, Yoza mette in contatto chi non ha tempo di fare il bucato con le lavandaie che vivono nelle vicinanze con un semplice sistema di geolocalizzazione. Un modo per dare lavoro a tante madri single che, grazie a un’idea tanto semplice quanto innovativa, riescono a mantenere i propri figli. Yoza è un servizio lavanderia e al tempo stesso una app che a Kampala mette in contatto persone che hanno la necessità, ma non la possibilità – o la voglia in alcuni casi – di fare il bucato e persone che sono disponibili a farlo al loro posto. Yoza – in luganda, la lingua più diffusa in Uganda, significa lavare – è stata inventata da due neolaureati. Dall’e-commerce alla programmazione passando per le start-up, tanti giovani nel continente africano stanno sfidando il mercato globale, portando lavoro nel loro Paese d’origine.

Come si usa Yoza, l’app per “lavare”

Usare Yoza è semplice: si scarica la app, si viene geolocalizzati e vengono visualizzate le lavandaie disponibili nelle vicinanze. Ci si mette in contatto, ci si scambiano gli abiti da lavare e si procede. Secondo il progetto dei due ragazzi, Yoza – una specie di Uber delle lavanderie – nasce fare incontrare domanda e offerta: la domanda di studenti e uomini d’affari e l’offerta delle tante lavandaie in cerca di qualche cliente in più per arrotondare (la disoccupazione – soprattutto quella femminile – in Uganda è ancora alta).  A oggi, le donne che si sono registrare per far parte della rete sono 150: nel 90 per cento dei casi si tratta di donne, 1 su 3 è una madre single. Ma se tra studenti e professionisti gli smartphone sono già molto diffusi, tra le donne potenzialmente raggiungibili molto meno: su questo, i due giovani fondatori, hanno detto di volere lavorare. Un’idea potrebbe essere quella di fornirli direttamente, previa adeguata formazione. Per il momento, ai clienti viene fornito un elenco di numeri telefonici di donne disponibili a fare il bucato, altrimenti difficili da cercare e trovare. Uno dei due studenti che hanno inventato l’app racconta che l’idea gli è venuta da un’esperienza personale: “Una mattina mi sono svegliato, e mi sono accorto della montagna di abiti che aspettavano di essere lavati, anche perché avrei dovuto utilizzarli nei giorni seguenti. Ma ero stato in giro tutta la notte, e non ne avevo la minima voglia. Così, ho pensato di chiedere in giro, cercando qualcuno che lo facesse al mio posto. Fortunatamente ho trovato una donna che abitava a pochissimi passi da casa mia, madre single di due bambini. Faceva la lavandaia: le chiesi di aiutarmi, lei accettò. Yoza è nata in quel momento”. I due studenti lo scorso anno hanno vinto l’MTN Innovation Challenge, un premio di 5 mila dollari per la mobile app più innovativa. Oggi, con 400 download su Google Play, Yoza ha l’obiettivo di ampliare il proprio business.

 

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