Il non profit in Italia: dati dall’Istat

Un nuovo libro sul Non Profit
Non Profit Concept

Mario Dany De Luca

Un’analisi dall’ultimo Censimento

L’analisi degli esperti nel libro “Le istituzioni non profit in Italia. Dieci anni dopo”: attraverso la lettura del censimento (del 2011 confrontato con quello del 2001) fornisce nuove chiavi di interpretazione su questo settore che registra una forte crescita negli ultimi 10 anni: dalle 235 mila organizzazioni del 2001 si è infatti passati alle 301 mila del 2011 (+ 28% in assoluto, ma con un +39,4% di addetti e addirittura con un aumento del 43,5% del numero dei volontari). Una situazione che è necessario studiare e da cui parte la riflessione degli esperti raccolta nel volume “Le istituzioni non profit in Italia. Dieci anni dopo” (Il Mulino 2016), presentato a Roma nei giorni scorsi presso l’università Tor Vergata. Realizzato con il contributo di CSVnet e curato da Gian Paolo Barbetta (università Cattolica di Milano), Giulio Ecchia (università di Bologna) e dal ricercatore dell’Istat Nereo Zamaro. La crescita del non profit, spiegano gli autori, ha giustificato molti commenti positivi, ma permangono anche diverse contraddizioni. Ad esempio, fanno notare, la forte concentrazione del settore in sempre meno realtà, in particolare fondazioni e cooperative sociali che da sole, pur essendo meno del 7%, raccolgono il 60% degli occupati e il 45% delle entrate. E anche lo squilibrio sempre più accentuato, in numero e dimensioni, tra il non profit del nord e quello del sud Italia. La presentazione del libro ha coinciso con l’inaugurazione del nuovo master in Economia, management e innovazione sociale, lanciato quest’anno da Tor Vergata in collaborazione con Human foundation. La giornata prevede anche uno spazio per parlare del libro “La finanza sociale. Le tendenze in Europa e le prospettive per l’Italia” e per presentare il “Patto per l’innovazione sociale”.