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La riforma del Terzo settore

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Il governo ha presentato una bozza per riordinare il mondo no profit

Il governo si sta apprestando alla riforma del Terzo settore, richiesta ormai da diversi anni anche dai diretti interessati.

Dopo le prime indiscrezioni, il premier Matteo Renzi ha annunciato il 13 maggio su Twitter (#lavoltabuona) il progetto, con Le linee guida della riforma  da riportarsi in un testo di legge unico, da attuarsi tramite un ddl delega che sarà affrontato in Consiglio dei ministri il 27 giugno.

La riforma giuridica

Il progetto parte dalla “costruzione di reti solidali nelle quali lo Stato, le Regioni e i Comuni e le diverse associazioni e organizzazioni del settore possano collaborare per valorizzare quell’Italia generosa e laboriosa che tutti i giorni opera per migliorare la qualità della vita delle persone».

Per fare questo c’è bisogno di una riforma giuridica del settore, che vive ancora una condizione di ambiguità tra le diverse forme, con la proliferazione senza controllo di enti e organismi, con una gestione poco trasparente e spesso costosa ed inefficiente.

Bisogna dunque mettere mano al titolo II del libro I del Codice civile, modificando le norme che riguardano la costituzione degli enti non profit e i criteri per la loro gestione economica. Ma anche costituendo un’Autorità del terzo settore, che disciplini e controlli.

Per questo occorre rivedere tutte le forme di agevolazione fiscale a favore degli enti non profit ma anche potenziare il 5 per mille, rendendo identificabili gli enti non profit che ne beneficiano.

Il Servizio Civile

Un cardine importante della riforma è il Servizio Civile nazionale universale: i giovani dai 18 ai 29 anni, fino ad un massimo di 100 mila all’anno per il primo triennio, potranno avere la possibilità di operare per 8 mesi nel terzo settore,  prorogabili di 4 mesi.

I giovani coinvolti potranno usufruire di crediti universitari, tirocini professionali o di vedersi comunque riconosciute le competenze acquisite durante l’espletamento del servizio.

Inoltre si propone l’istituzione del voucher universale per i servizi alla famiglia, emesso dalle società concessionarie ed acquistato dalle famiglie, dai dipendenti delle imprese e dai destinatari dei servizi sociali per la cura dei bambini, degli anziani non autosufficienti o delle persone con disabilità.

Le agevolazioni

La riforma infine punta sulla finanza etica, definendo un trattamento di favore per i cittadini che investono nei titoli, ed introduce nuove modalità per assegnare alle organizzazioni di terzo settore immobili pubblici inutilizzati e beni confiscati alla criminalità organizzata.

Nel documento non si parla di stanziamenti, che verranno stabiliti da un tavolo di lavoro interministeriale che predisporrà il testo della riforma.

Intanto, fino al 13 giugno, è aperta una consultazione tra i cittadini, tramite la mail terzosettorelavoltabuona@lavoro.gov.it.

 

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