Il progetto vEyes

 

 

vEyes, tecnologia smart al servizio dei deficit visivi, da Catania un laboratorio per la creazione di ausili innovtivi

L’innovazione tecnologica per migliorare la qualità della vita

Le vicende della vita hanno messo Massimiliano Salfi, docente di informatica all’ Università di Catania, di fronte alle delicate problematiche dell’handicap visivo. A sua figlia maggiore è stata diagnosticata la retinite pigmentosa, una grave malattia degenerativa della vista.
Successivamente anche sua figlia minore, che ha solo quattro anni, ha cominciato a manifestare i primi sintomi della stessa malattia. E allora lui ha deciso di reagire mettendo al servizio di tutte le persone con problemi della vista sia le proprie conoscenze informatiche, che quelle dei propri studenti. Gli strumenti hardware e software congegnati da Salfi e dai suoi studenti nell’ambito del progetto vEyes (“Virtual Eyes”) sono in alcuni casi finalizzati a rendere più facile la vita quotidiana a non vedenti ed ipovedenti, in altri casi finalizzati a supportare le ricerche e gli studi condotti sulle malattie a carattere degenerativo della vista.

I progetti informatici

Alcuni di questi strumenti sono stati già realizzati, altri sono ancora in cantiere. Tra quelli già realizzati, particolarmente degno di nota è il rilevatore ad ostacoli, un’ applicazione che segnala alla persona con disabilità visiva la presenza di oggetti nei dintorni e calcola la distanza di questi oggetti dalla persona stessa. Tale applicazione gira su Android ed è integrata ad un device hardware realizzato con microcontroller Arduino. A buon punto è anche Genomic Info, che è un progetto che prevede la creazione di un database che raccoglie tutta la conoscenza genetica attualmente disponibile sulla retinite pigmentosa, spesso estrapolata da pubblicazioni scientifiche internazionali. L’obiettivo finale del progetto, dice il professor Salfi, è quello di realizzare un tool indossabile (fascia o maglietta) connesso al web e dotato di telecamera, che può essere “interrogato” dai soggetti con menomazioni visive e aiutarli a decifrare l’ambiente che li circonda. Questo tool sarà in grado anche di effettuare operazioni complesse come il conteggio di banconote e monete, la lettura di testi di qualsiasi dimensione, ecc. Una peculiarità di questo tool è che le informazioni di tipo più semplice vengono fornite ai disabili visivi con modalità diverse dalla sintesi vocale, ad esempio tramite delle asticelle vibranti. Lo scopo è quello di lasciare libero il senso dell’udito, molto importante per chi non può usare quello della vista, per altre funzioni.

Una ONLUS per le famiglie

Il prof. Salfi sta inoltre pianificando, con la collaborazione della moglie, la fondazione di una ONLUS che fornirà vari servizi di carattere sociale, con i genitori dei bimbi affetti da malattie della vista che riceveranno sostegno psicologico e verranno indirizzati verso i centri di cura migliori. Quest’ultima iniziativa consentirà a molti genitori di evitare le traversie vissute personalmente dal prof. Salfi e da sua moglie, che al momento di trovare la cura più idonea per le loro bambine, sono entrati “in gran confusione per i mille consigli tra di loro contrastanti ricevuti”  come scrive il prof. di Catania.

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