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Tumore: Pink Army Cooperative e le terapie personalizzate

Il logo del centro di ricerca biomedica indipendente Pink Army Cooperative, che offre gratuitamente terapie virali antitumorali personalizzate
Il logo del centro di ricerca biomedica indipendente Pink Army Cooperative, che offre gratuitamente terapie virali antitumorali personalizzate
Il logo del centro di ricerca biomedica indipendente Pink Army Cooperative, che si propone di offrire gratuitamente terapie virali antitumorali personalizzate

Oltre le terapie mainstream c’è chi cerca soluzioni individuali

Di tumore si guarisce sempre di più, grazie alla diagnosi precoce e a terapie sempre più mirate. Ma c’è chi va oltre e cerca cure efficaci per quella metà delle persone che non risponde ai trattamenti tradizionali o non può esservi sottoposta a causa di effetti tossici dei principi attivi. Si tratta della Pink Army cooperative, un’organizzazione di ricerca biotech statunitense indipendente e senza scopo di lucro fondata nel 2009  da Andrew Hessel, ricercatore della società di software per la progettazione Autodesk ed evangelist Usa per le biotecnologie, allo scopo di studiare e realizzare trattamenti contro il cancro a base di viruscompletamente personalizzati.

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Un approccio personalizzato alla cura dei tumori

Si tratta di vera e propria medicina personalizzata quella ipotizzata da Andrew Hessel e da Pink Army Cooperative. Si è solo agli inizi, ma una volta raccolte sufficienti risorse attraverso l’ingresso di nuovi soci nella cooperativa ed il crowdfunding, la promessa è di offrire terapie gratuite a patto che i pazienti condividano i propri dati medici con la comunità scientifica allo scopo di allargarne le conoscenze. L’idea è di basare ogni trattamento su test effettuati su un campione di cellule tumorali del paziente su cui poi individuare quella che attacca con maggiore efficacia le cellule malate e lascia intatte quelle sane.

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L’idea di una cooperativa biotech

“Ho fondato la Pink Army Cooperative – afferma Andrew Hessel sul suo sito – per aiutare ad organizzare e a responsabilizzare le persone pronte al cambiamento nella cura del cancro. Si tratta di una società biotech strutturata come un coop. Una cooperativa è una società fondata da un gruppo di persone che vogliono che qualcosa sia realizzato o fare – nel nostro caso, fare meglio, trattamenti per il cancro basate sulla scienza – e non profitti. Si tratta di una organizzazione orizzontale in cui tutti sono uguali e nessuno può possedere una quota di maggioranza. Questo ci rende differenti da tutte le altre società di biotecnologia, che alla fine devono concentrarsi sui profitti e piegarsi alle esigenze dei principali azionisti“. Lo scopo della cooperativa è di acquisire le biotecnologie e le risorse necessarie al progetto e sembra che l’obiettivo sia ormai vicino.

“Ogni giorno otteniamo sempre maggiori risorse – più soci, più donazioni (tra cui un intero centro di trattamento) e più soldi – mentre le biotecnologie diventano più potenti, più facili e meno costose da utilizzare. E se la cooperativa esiste solo dal 2009, nel frattempo i costi ed i tempi necessari alla realizzazione di una terapia biotecnologica personalizzata, che evita gli aspetti più costosi e lenti, come i grandi trial clinici, si sono dimezzati e continuano a scendere”, conclude Andrew Hessel. 

Andrew Hessel, evangelist americano del biotech, ha fondato Pink Army Cooperative per rivoluzionare l’approccio alla cura del cancro con terapie personalizzate

Hessel è un divulgatore scientifico molto stimato negli ambienti della ricerca e dell’applicazioni nelle biotecnologie ed il progetto cui ha dato vita è nell’ottica della Medicina Personalizzata, ovvero su farmaci e terapie tarate sull’individuo grazie ai progressi della ricerca biomedica. Non si tratta, quindi, di cure miracolose, ma di un approccio diverso da quello tradizionale, che utilizza gli stessi principi attivi, o, quando arriveranno, quelli futuri attualmente sottoposti a trial clinici, modulandoli in maniera differente a seconda delle caratteristiche del paziente.

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