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Lazio, le strutture private entrano nel Recup

Dopo il Lazio, parte in tutta Italia la carta di identità elettronica
(Internet)
Regione Lazio

La Regione ottiene garanzie per l’inclusione delle prestazioni 

Sono stati firmati dalla Regione Lazio e dai rappresentanti del Policlinico Gemelli e del Campus Bio-Medico i contratti con i quali vengono fissati i budget massimi 2014 per remunerare la due strutture accreditate con il sistema sanitario regionale.

Budget e liste di attesa.

Il tetto massimo di fatturato che sarà riconosciuto dalla Regione per il Gemelli è pari a 423 milioni e 610 mila euro. Nella somma sono incluse tutte le voci che compongono il finanziamento e cioè ricoveri per acuti, specialistica,  riabilitazione, prestazioni Apa. In base al contratto il Gemelli contribuirà con il 30% delle sue prestazioni al piano per abbattere le liste di attesa mettendole a disposizione ogni settimana del Recup. Per quanto riguarda il Campus Bio-Medico il tetto massimo di prestazioni che la Regione acquisterà nel 2014 dalla struttura di Trigoria sarà di 85 milioni e 183mila euro. Anche in questo caso il policlinico si impegna contrattualmente a mettere a disposizione del Recup ogni settimana il 30% del totale delle prestazioni prodotte cosi come previsto dal piano regionale del governo per la riduzione delle liste di attesa. Per la prima volta infatti strutture non pubbliche si fanno carico di dare il loro contributo per risolvere l’emergenza della sanità del Lazio delle liste di attesa, prevedendo la messa a disposizione del sistema Recup di parte delle loro prestazioni.

Il ruolo della Cooperativa Capodarco

L’inserimento delle prestazioni sanitarie delle strutture accreditate nel sistema integrato di prenotazione del Lazio da sempre è stato auspicato dalla Cooperativa Sociale Capodarco, che gestisce da anni il Recup ed offre lavoro a centinaia di lavoratori, molti dei quali disabili o svantaggiati. Tale integrazione non può che fare il bene dei cittadini, da tempo penalizzati dalla scarsa disponibilità di visite ed esami da parte delle Aziende Sanitarie, nonostante le disposizioni della normativa regionale e nazionale. Ci si augura che gli impegni sottoscritti si traducano in una reale maggiore quantità di prestazioni e in minori tempi di attesa nel Lazio, che in alcune strutture sono superiori ad un anno, e che il call center regionale, in fase di ristrutturazione, venga così potenziato.

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