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Rumore: i diritti del cittadino

Chi abita nelle vicinanze di un aeroporto può avere seri problemi di inquinamento acustico
Chi abita nelle vicinanze di un aeroporto può avere seri problemi di inquinamento acustico
Chi abita nelle vicinanze di un aeroporto può avere seri problemi di inquinamento acustico
Tra le tante forme di inquinamento alle quali siamo sottoposti dalla società moderna, l’ inquinamento acustico, ovvero quello prodotto dai rumori, non è per nulla da sottovalutare. Secondo studi approfonditi condotti da esperti, l’esposizione continuata al rumore aumenta il rischio di malattie cardiache: in particolare, è stato dimostrato che, tra i 40 e gli 80 decibel di rumore, ad ogni aumento di 10 decibel nel proprio ambiente corrisponde un aumento del rischio di infarto del 14%. La correlazione tra rumore, concentrazione e nervosismo è abbastanza ovvia; meno ovvie sono le ripercussioni che un ambiente rumoroso può avere sul nostro apparato digerente. Ma la conseguenza forse più seria che possiamo subire a causa di un ambiente rumoroso è quella di non riposare bene. Un’esposizione al rumore superiore ai 55 decibel aumenta la frequenza dei nostri risvegli, e disturba in modo significativo le fasi del sonno profondo e del sogno, ovvero le fasi che maggiormente ristorano il nostro fisico.

La legge

A tutti è capitato, magari in vacanza, di avere difficoltà a prendere sonno a causa di locali affollati e con musica ad alto volume, oppure di essere svegliati all’alba da lavori rumorosi. Quali sono le leggi che tutelano il cittadino che ragionevolmente aspira ad un po’ di quiete intorno a sé? La legge n. 447 del 26/10/1995 conferisce ai Sindaci dei Comuni il potere di emettere delle ordinanze allo scopo di arginare l’inquinamento acustico, che è così definito: “l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo ed alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi“. Le soglie oltre le quali il rumore è perseguibile dalla legge vengono stabilite dalla cosiddetta “zonizzazione acustica” che ripartisce il territorio urbano in zone, ciascuna contraddistinta da una soglia massima consentita. In generale, vicino ad ospedali, case di riposo, scuole, parchi sono consentite dalla legge solo quantità basse di rumore; nelle zone residenziali e negli uffici sono consentiti livelli di rumore medi; nelle fabbriche, nei cantieri, ecc. va chiaramente consentito un livello di frastuono più alto. Per chiarire il concetto, qui sotto abbiamo riportato la zonizzazione acustica di un quartiere del Comune di Roma, il Torrino/Mezzocamino.
La zonizzazione acustica del quartiere Torrino/Mezzocamino di Roma

 

Sono vittima di rumori molesti: come faccio?

Naturalmente, come spesso succede, dall’avere dei diritti al far valere gli stessi il percorso è lungo. Che deve fare il cittadino che ritiene di essere vittima di rumori molesti? Prima di tutto, a volte l’emissione dei rumori rientra in contesti di regolamentazione condominiali, civilistici e penali; in caso contrario, il cittadino che si sente danneggiato può rivolgersi al Comune di residenza, e l’ufficio competente provvede a fare gli opportuni accertamenti. Tali accertamenti spesso comprendono delle rilevazioni sonore, di solito effettuate dalle ARPA (Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale). Nel caso che venga accertato il superamento della soglia massima di decibel prevista nella zona, il Comune sanziona i soggetti disturbanti, ed emette un’ordinanza che ingiunge loro di riportare il rumore entro limiti accettabili.

Quello che succede nelle città 

È abbastanza frequente che i sindaci italiani emettano provvedimenti anti-rumore, anche estesi a zone ampie. Ad esempio, il sindaco di Cagliari Massimo Zedda  è riuscito a mettere d’accordo le associazioni dei cittadini e degli esercenti di locali, con questi ultimi che si sono impegnati a garantire che la “presenza di folla non generi degrado ambientale, affollamento o disturbo al sonno dei residenti”. Ma non sempre tutti i proprietari di locali accettano di buon grado questo genere di provvedimenti. A Milano, ad alcuni locali del centro che facevano troppo baccano è stato proibito l’esercizio all’aperto, a molti altri locali però no e allora i locali colpiti hanno vivacemente protestato per il trattamento dispari; a Campobasso, come a volte succede anche altrove, un’associazione di esercenti è riuscita a far revocare dal TAR un’ordinanza anti-rumore del Sindaco che vietava ad alcuni locali di trasmettere musica dopo la mezzanotte. Il TAR ha motivato la decisione dicendo, in buona sostanza, che il diritto dei cittadini alla quiete e al riposo non può avere un valore superiore all’attività degli esercenti. La loro salute, però, sicuramente lo ha, aggiungiamo noi.
 
 

 

 

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