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Bambini e Google: attenzione …

Bambini che usano il computer a scuola
Bambini che usano il computer a scuola
Bambini che usano il computer a scuola
“Papà, oggi ho sentito che in un paese che si chiama Medio Oriente c’è la guerra. Perché? Quegli uomini con i fucili, possono arrivare fino a qui?”. Oppure: “Mamma, ieri il mio amichetto mi ha detto che i suoi genitori non vivono più insieme e hanno fatto una cosa che si chiama divorzio. Che vuol dire questa parola? Perché l’hanno fatto?”. I bambini, molto curiosi di conoscere il mondo che li circonda, si pongono spesso questo tipo di interrogativi e il tipo di risposte che ricevono può influenzare la loro psicologia anche per tutta la vita. Fino a poco tempo fa, i destinatari quasi esclusivi di queste domande erano il papà, la mamma, i nonni, la maestra; ma una ventina di anni fa nelle nostre case ha cominciato ad introdursi Internet, e ciò ha rivoluzionato anche le modalità di apprendimento dei più piccoli, che adesso spesso tendono a soddisfare la loro sete di conoscenza digitando le parole di ricerca su Google che fornisce loro un vasto insieme di articoli, immagini, video; tra questi, alcuni sono ancora troppo complessi da decifrare, ma altri possono segnare per sempre la psicologia di un bambino e il suo modo di vedere il mondo.

Il lavoro di Maarten Sprenger

Sull’utilizzo dei motori di ricerca da parte dei bambini sono stati compiuti studi molto approfonditi. Particolarmente interessante è il lavoro di Maarten Sprenger, un insegnante olandese che ha scritto il libro “Slim zoeken op Internet” (“Ricerche intelligenti su Internet”) e ha costruito il motore di ricerca www.8-12.info dedicato ai bambini olandesi. Quanto esposto nel libro deriva soprattutto dal contatto diretto con i più piccoli: Sprenger è maestro di scuola elementare e ogni anno addestra i suoi allievi all’uso del computer. Secondo Sprenger, i bambini tendono a vedere il web come un “grande indice di Internet” e a concentrarsi più sulle informazioni che sui siti che le contengono. Spesso, inoltre, non si pongono il problema della correttezza di un’ informazione e fanno poche distinzioni fra opinioni, notizie e informazioni correlate. Piuttosto raramente, secondo Sprenger, i bambini riescono senza aiuto esterno ad utilizzare Google per migliorare la loro conoscenza di un determinato argomento.
L’ insegnante olandese Maarten Sprenger, autore di un libro che spiega ai bambini come utilizzare Google

Cinque consigli per chi insegna

Sprenger arriva a cinque conclusioni e raccomandazioni principali per insegnare ai bambini a cercare informazioni sul web (fonte www.networkcultures.org):
1. Adesso che Internet sta diventando un’importante fonte di informazione nelle scuole, documentarsi sui i contenuti web dedicati ai bambini, e valutarli sia quantitativamente, che qualitativamente;
2. Incoraggiare gli insegnanti, e chi studia per diventare insegnante, ad indagare su ciò che viene offerto nei siti dedicati ai bambini;
3. Quando si chiede ai bambini di cercare informazioni su Google, fornire loro supporto con strumenti e linee-guida;
4, Oltre a cercare contenuti per bambini già esistenti, creare contenuti di qualità ex-novo;
 
5. Salvare e conservare i contenuti per bambini che al momento sono in rete; il web a volte è fatiscente e capita spesso che informazioni utili scompaiano improvvisamente.

Gli adulti di domani

Le risposte che i bambini ricevono alle loro domande, possono influenzare la loro psicologia per tutta la vita: aiutare i bambini a soddisfare le proprie curiosità oggi, pertanto, significa fare qualcosa per la società di domani. Con la speranza che tra trent’anni ogni tanto gli uomini cercheranno ancora le risposte alle proprie domande nella vita reale, e non solo ed esclusivamente su Google.

 

 

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