Home Ausili e Nuove Tecnologie La posta elettronica e gli smartphone come fonte di stress?

La posta elettronica e gli smartphone come fonte di stress?

Stress per eccessivo utilizzo degli smarphone
Stress per eccessivo utilizzo degli smarphone
Stress per eccessivo utilizzo degli smarphone

Sono molte le fonti di stress

Anche la posta elettronica, se controllata troppo spesso o continuamente a causa degli alert acustici provenienti dagli smartphone, può controllare fonte di stress. Per il 90% degli italiani lo stress è una condizione insopportabile. E’ questo quanto emerge da uno studio dell’Associazione europea per il disturbo da attacchi di panico (Eurodap), che analizzando il problema in un campione di 1.000 volontari ha rilevato che in 9 casi su 10 i livelli di stress sono eccessivi, con effetti deleteri per la salute. Le conseguenze sullo stato psico fisico variano dal semplice affaticamento a una vera e propria ipertensione. Insonnia, problemi di stomaco, tensioni muscolari, tachicardie e palpitazioni, ma anche cefalea, impotenza, pressione alta, il serrare la mandibola durante la notte (bruxismo) sono solo alcuni dei problemi associati a uno stress eccessivo. Per affrontarlo è fondamentale partire proprio dal riconoscimento di questi sintomi e segnali per imparare a gestirli.  Controllare meno spesso la posta elettronica aiuta a sentirsi meno stressati, perchè in questa maniera si cerca di mettere un filtro tra ciò che si sta facendo e ciò che si dovrebbe-vorrebbe fare con continui stimoli dall’esterno. Anche se si teme che la casella di posta elettronica possa intasarsi da un momento all’altro è bene evitare di tenerla continuamente sott’occhio: pochi controlli al giorno sono sufficienti. Uno studio dell’University of British Columbia (Vancouver, Canada) pubblicato su Computers in Human Behavior ha infatti svelato che anche ridurre il numero di accessi alla propria e-mail aiuta a contenere i livelli di stress psicologico.

Uno studio sulla correlazione tra smartphone e stress

Lo studio ha previsto che per una settimana alcuni dei partecipanti alla ricerca si sarebbero limitati a controllare la posta elettronica tre volte al giorno, mentre gli altri sono stati lasciati liberi di farlo come avrebbero fatto normalmente. La settimana seguente i due gruppi sono stati invertiti. La ricerca ha evidenziato che i partecipanti si sentivano meno stressati quando controllavano meno spesso la posta elettronica. L’autore della ricerca lo psicologo Kostadin Kushlev, ha detto che “Le persone trovano difficile resistere alla tentazione di controllare le e-mail, eppure resistere a questa tentazione riduce il loro stress”. Kushlev ha sperimentato in prima persona i vantaggi di questa scelta. Ora controllo le mie e-mail in gruppi più volte al giorno piuttosto che rispondere costantemente ai messaggi mentre arrivano. E mi sento meglio e meno stressato”.

 La nomofobia: patologia legata all’uso eccessivo dei device

La nomofobia è la nuova patologia legata all’uso eccessivo dei cellulari; il termine è stato coniato a partire dall’espressione inglese “no mobile phone fobia”, per riferirsi alla paura compulsiva di rimanere senza telefono cellulare, di ritrovarsi senza campo o con il cellulare scarico. Gli smartphone hanno infatti ormai un appendice insostituibile di molte persone: se in un primo momento se ne apprezzavano solamente le molte qualità, ora il cellulare è diventato colmo di fotografie, segreti e ricordi, e una porta d’accesso ai social network, la condivisione di immagini e lo scambio di messaggini istantanei gratuiti. Si è iniziato a riferirsi alla nomofobia a partire dal 2008, con studi condotti fra i giovani: da una prima analisi il 53% degli intervistati era affetta da questo disturbo, percentuale salita al 66% solo quattro anni dopo. Il profilo del “nomofibico” è particolarmente interessante: giovani tra i 18 e i 24 anni, con comportamenti tipici come la resistenza a spegnere il cellulare e la tendenza ossessiva a controllare il messaggio, oltre al terrore di rimanere senza campo. Le conseguenze della nomofobia sono gravi: cali di attenzione verso le attività quotidiane, carenza e disinteresse per le interazioni dal vivo, per finire ad ansia, stress e attacchi di panico.

 

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