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Facebook sempre più popolare. Perchè?

Un grafo che visualizza tutte le relazioni di "amicizia" tra un insieme di utenti, non sempre però corrispondenti ad amicizie reali
Un grafo che visualizza tutte le relazioni di "amicizia" tra un insieme di utenti, non sempre però corrispondenti ad amicizie reali
Un grafo che visualizza tutte le relazioni di “amicizia” tra un insieme di utenti, non sempre però corrispondenti ad amicizie reali
A dieci anni di distanza dalla sua fondazione da parte di Mark Zuckerberg, Facebook è quanto mai vivo e fiorente. Nel giugno 2014, è stato calcolato che circa 1 miliardo e 320 milioni di diversi profili si sono collegati a Facebook, ovvero circa il 18% della popolazione mondiale, una percentuale notevole considerando che in alcune zone del mondo Internet è assai poco diffuso: in quest’articolo avevamo esaminato la situazione nel continente africano. Il volume d’affari generato da Facebook è altresì notevole: nel 2013 i ricavi sono ammontati a 7,87 miliardi di dollari, la maggior parte dei quali è provenuto dalla vendita di spazi pubblicitari. Facebook è in grado di reclamizzare i suoi prodotti in modo particolarmente efficace anche perché possiede una gigantesca quantità di informazioni sulle preferenze di ciascun utente: ciò gli permette di inviare messaggi “mirati”, per esempio ad un utente che nei suoi post menziona spesso l’ Inghilterra, verranno inviate spesso pubblicità di voli per l’Inghilterra.

Italiani popolo socievole … oppure no?

Anche in Italia Facebook va alla grande. Recentemente Luca Colombo, numero uno di Facebook Italy, ha fatto un po’ di statistiche: il dato che maggiormente salta agli occhi è quello relativo ai 25 milioni di profili, che corrisponderebbero al 40% circa della popolazione italiana. Tali profili hanno anche la tendenza a connettersi molto di frequente: infatti la media giornaliera di profili che si connettono è di 19 milioni. Molto interessante il dato relativo al numero di amici medio: gli utenti italiani hanno in media 300 contatti, contro una media mondiale di 150 contatti. Alcuni esperti, fra i quali Luca Colombo stesso, leggono in questi dati una maggiore “socialità” della popolazione italiana rispetto ad altre popolazioni: ma è proprio così?
Vignetta pubblicata dal sito vignettestanche.blogspot.it
Noi osserviamo che non sempre ad un’amicizia su Facebook corrisponde un’amicizia nella realtà: “fare amicizia” su Facebook è molto facile, basta un click da parte di entrambe le parti. Inoltre, un alto numero di contatti può significare una grande quantità di tempo trascorsa davanti al computer, e quindi sottratta alla vita reale.

La corsa al “like”

Ma perché Facebook si è diffuso così tanto al punto di essere entrato, ormai, a far parte della nostra vita quotidiana? A pensarci bene, Facebook si può assimilare ad un luogo affollato, come una grande piazza, dove si può parlare a tutta la folla oppure cercare il contatto con singole persone. Ovviamente, con alcune fondamentali differenze. La più importante che fanno notare gli esperti, è che una persona ha ampie possibilità di deformare l’immagine di se che viene trasmessa agli altri. Si ha una vita sociale poco ricca? Si mettono molte foto di quei pochi momenti nei quali si sta in compagnia, e la gente è portata a credere che si sta sempre in giro. Si vuole dare l’impressione di essere persone di cultura? Basta fare copia-incolla di citazioni di intellettuali, ed il gioco è fatto.
Per molte persone, i “like” ottenuti rappresentano una forma di gratificazione psicologica
Molte persone presentano quindi alla platea dei propri contatti di Facebook un’immagine di sè ritoccata ad arte, in cerca di quel riconoscimento della propria personalità e delle proprie virtù che spesso, nella vita reale, si fa fatica a ottenere: su Facebook, invece, spesso basta un commento positivo oppure una buona quantità di “like” a far scattare il meccanismo dell’ autogratificazione, e la sensazione che dall’altra parte del PC ci sia qualcuno che guardi/ascolti. 

Non sanno cosa si perdono …

Ovviamente però la comunicazione via Facebook offre anche parecchie cose in meno rispetto alla comunicazione reale. Una persona che se ne sta tappata in casa e limita le sue comunicazioni a Facebook e ad altri social network, verosimilmente diventerà bravissima con il computer, imparerà tutti i trucchi della comunicazione multimediale, ma si perderà molte altre esperienze, i posti più interessanti da visitare li vedrà solo sullo schermo, le competenze manuali ed intellettuali le acquisirà solo online e presumibilmente peggio, e via dicendo. Quando deciderà di uscire dalla sua tana e di mettersi in gioco nel mondo reale, è probabile che si troverà a malpartito. Almeno fino al giorno, che speriamo non arrivi mai, nel quale la norma diventerà non uscire più di casa e comunicare soltanto via Internet.
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