Il progetto italiano HeartWatch per il controllo delle malattie cardiache

 

Il gruppo di studenti del politecnico di torino che ha vinto il premio di Microsoft
Il gruppo di studenti del politecnico di torino che ha vinto il premio di Microsoft

Un progetto per il controllo delle malattie del cuore

HeartWatch è un progetto italiano per il controllo delle malattie cardiache, elaborato dagli studenti del Politecnico di Milano, rappresenterà l’Italia alle selezioni internazionali della Imagine Cup 2015L’aritmia cardiaca può essere nascosta senza dare segni evidenti. E’ capace di starsene nascosta e asintomatica per anni per poi manifestarsi all’improvviso. E quando questo accade le conseguenze possono anche essere letali. Tenerla sotto controllo costantemente potrebbe essere utile e non particolarmente invasivo, soprattutto se ciò non comporta il passare la propria vita con cavi ed elettrodi collegati al petto. Grazie alle nuove tecnologie e alla sempre maggiore diffusione di dispositivi wearable, come gli smartwatch, questo è oggi possibile. Il progetto HeartWatch è risultato il progetto vincitore delle finali italiane della Imagine Cup 2015 – una gara di information technology per studenti di tutto il mondo (vi partecipano in circa 400 mila in 190 Paesi) promossa da Microsoft – che rappresenterà il nostro Paese nelle selezioni internazionali.

Come funziona

L’applicazione si basa sull’interazione tra due device: uno smartphone e un dispositivo di rilevamento da indossare al polso come un normale orologio. Sarà l’applicazione installata nel telefono a tenere monitorato il ritmo del battito cardiaco e a segnalare eventuali anomalie impreviste, combinando i dati sulla frequenza con quelli sul movimento. Il sistema è in grado di riconoscere le variazioni fisiologiche (per esempio durante il movimento o l’attività sportiva) da quelle anomale, come nel caso in cui la persona monitorata sia a riposo o completamente ferma. In caso di irregolarità ci sono tre diversi tipi di allarme: il primo per anomalie leggere, che vengono segnalate con un avviso sul telefono destinato solo al diretto interessato; il secondo per un’anomalia più significativa, che si accompagna ad un allarme sonoro capace di allertare anche le persone che si trovano nei dintorni, che possono così prestare un primo soccorso; il terzo che nei casi gravi subentra quando la persona è sola e non interrompe l’allarme, che prevede l’invio di cinque messaggi di aiuto ad altrettanti contatti precedentemente selezionati: il dispositivo è in grado di geolocalizzare il paziente e questo permette anche a distanza di inviare i soccorsi in un luogo preciso. Può inoltre essere utilizzato come un normale cardiofrequenzimetro per monitorare il battito cardiaco durante sessioni di allenamento o riabilitazione o per rilevazioni di lunga durata, sul modello dell’Holter (che tuttavia non sostituisce), che vengono registrate e conservate e che possono essere d’ausilio alle valutazioni del cardiologo.

Gli altri progetti della competizione Imagine Cup 2015

Il progetto HeartWatch è stato elaborato dal team #idontgiveanapp (Guido Magrin, Luca Bruno, Luca Montanari e Matteo Pilotto) che fa capo al Politecnico di Milano ed è stato messo a punto con la consulenza dei medici dell’ospedale San Raffaele. Non è stato il solo, tra quelli arrivati alle finali italiane, ad avere puntato sulla prevenzione medica. GluScale è ad esempio l’idea elaborata da un team di studenti dell’Università di Catania per aiutare i diabetici a calcolare il quantitativo di glicemia dei cibi consumati mediante un’app che interagisce con una bilancia portatile e che permette di stimare le equivalenti dosi di insulina per compensarlo. Neo, presentato dall’Embossed Team 2015, è un’applicazione per il monitoraggio dei nei che consente un’interazione a distanza con il dermatologo e una pre-diagnosi basata su un’ampia banca dati che, analizzando le foto scattate alla propria pelle, segnala subito le macchie potenzialmente pericolose segnalando la necessità di consultare uno specialista. Il progetto Ama realizzato dal team Instead Industries, ha presentato una sorta di assistente digitale per tutte le esigenze mediche della famiglia (cure veterinarie del cane comprese), con una banca dati che raccoglie le informazioni di base su ciascun componente – gruppo sanguigno, vaccinazioni, visite, numero e codice della tessera sanitaria – e una serie di opzioni che vanno dal ricordare le visite di controllo alla gestione automatizzata degli scontrini della farmacia in funzione delle detrazioni fiscali. Le applicazioni in campo medico-sanitario sono una costante dell’Imagine Cup che fin dall’inizio ha puntato sull’uso delle tecnologie come strumento per migliorare la vita delle persone o per affrontare problemi sociali. E all’Italia hanno dato anche grandi soddisfazioni: nel corso degli anni, infatti, due progetti hanno trionfato a livello mondiale: nel 2006 il progetto Hello World del politecnico di Torino (un software in grado di raccogliere una banca dati sulla vita del paziente, incentrata non solo sulle rilevazioni biometriche ma anche sugli stati d’animo di volta in volta attraversati); e nel 2012 il Fifth Element Project (una piattaforma di terapia a distanza per bambini autistici basata sull’utilizzo del Kinect della console di gioco Xbox360) pensato da un team di studenti di diverse università italiane che hanno lavorato insieme via web.

Le prossime tappe della competizione

I tre progetti italiani usciti vincenti dalle finali nazionali – oltre ad HeartWatch per la categoria World Citizenship ci sono la piattaforma di crowfunding e di programmazione collaborativa Mydea nella categoria Innovation e il videogioco Volvox del team Neotenia basato su un organismo monocellulare che deve costruire forme animali più complesse nella categoria Game – dovranno ora affrontare una selezione internazionale per poi eventualmente accedere alle finali mondiali previste a luglio a Seattle.