Sei oggetti che cambiano la vita dei disabili

I prototipi sono  pubblicati su internet in modo che chiunque possa decidere di realizzarli a casa propria semplicemente comprando il materiale online o in un buon negozio di elettrotecnica.
I prototipi sono pubblicati su internet in modo che chiunque possa decidere di realizzarli a casa propria semplicemente comprando il materiale online o in un buon negozio di elettrotecnica.

Hackability, designer e disabili progettano ausili a basso costo.

Un hackathon, come ci spiega sapientemente Wikipedia, è un evento al quale partecipano, a vario titolo, esperti di diversi settori dell’informatica: sviluppatori di software, programmatori e grafici web. Un hackathon generalmente ha una durata variabile tra un giorno e una settimana. Tra le finalità che gli hackathon si propongono, oltre al tradizionale lavoro per la realizzazione di un software, c’è un numero crescente di esempi per i quali gli eventi assumono invece obiettivi didattici e sociali.

Noi vi riportiamo, a testimonianza della genialità dell’evento, le magnifiche conclusioni dell’incontro di gruppo di ragazzi disabili durante Hackability, il primo hackathon per supportare le persone con disabilità nella vita quotidiana tenutosi qualche mese fa, di cui vi avevamo già parlato in quest’articolo.

I team, composti  da persone con disabilità insieme a maker, inventori e designer, che hanno lavorato utilizzando hardware e software open source, stampanti 3D, macchine taglio laser, oggetti a basso costo e personalizzabili, con l’obiettivo di rispondere alla richiesta di esigenze e bisogni dal mondo della disabilità: oggetti d’uso quotidiano, come i telecomandi, sono stati dunque progettati o adattati per coloro che soffrono di vari problemi motori.

Dopo la raccolta di circa 20 esperienze diverse, attorno ad Hackability, si è costruito un ambiente di collaborazione che ha coinvolto in incontri e sessioni di lavoro comuni quasi 50 persone per due mesi di confronti e riflessioni. Tutto ciò ha permesso di trovare un linguaggio comune che si è poi espresso in questi 6 progetti finali:

Movitron – Un “carillon” musicale che si attiva ad ogni passo e che. Oggetti simili sono in uso nei centri specializzati ma Imparare a camminare per un non vedente può essere complicato. Movitron funziona come un carillon musicale che si attiva a ogni passo permettendo di mettere in relazione un percorso con un brano musicale, geolocalizzando gli ostacoli individuati. Un progetto che vuole favorire l’apprendimento della mobilità per bimbi non vedenti o con deficit cognitivi; un aiuto vero che può aiutare i più piccoli a orientarsi nello spazio. Movitron, grazie all’utilizzo di harware e software open source, è piccolo e funzionale, ed estremamente facile da realizzare.  Realizzato da Domenico Cardinale, Simone Lodigiani, Andrea Tron, Beppe Venturu e Federica Valsania.


Manipola – Francesca, ragazza non vedente, aveva bisogno di una manopola con comandi in rilievo per usare gli elettrodomestici. È la prima di una serie di manopole custumizzate con comandi in rilievo per permettere agevolmente a non vedenti di usare alcuni elettrodomestici. Il progetto prevede di realizzare, con l’uso di stampanti 3D, manopole che possano sostituire quelle in uso nei principali elettrodomestici (lavatrici, lavastoviglie ecc…) e che tramite il “Breil” o pittogrammi in rilievo siano facilmente utilizzabili dai non vedenti. Il costo di realizzazione di ogni singola manopola e’ intorno ai 10 euro.  Realizzato da Domenico Cardinale.

Tina la Robottina – Il sogno di Giulia: un piccolo e leggero braccio meccatronico open source (mosso sia da un joystick, sia con alcuni movimenti predefiniti) che possa essere montato su una carrozzina per aiutarla nei gesti quotidiani come mangiare o aprire una porta. Realizzata da Alessio Di Renzo, Giulia Di Renzo, Dario Gavesotto, Marinella Levi, Emanuele Lomello Gianluca Pugliese (Owen).

Mando – Un bottone a scansione, un telecomando per supportare le persone con disabilità (ma non solo) nella vita quotidiana. Quelli normalmente in commercio costano 2000 euro. Questo, di contro, è totalmente open source, costa 120 euro ed è auto-programmabile. Inoltre può governare tutti gli elettrodomestici della casa con semplici movimenti.  Realizzato da Diego Dovico, Giancarlo Posati, Francesco Rodighero, Marco Vallesio.

Di Culo – Una plancia ergonomica low cost per favorire gli spostamenti dalla carrozzina alla macchina, al letto etc. Di plance ergonomiche ne esistono molte: la sfida, in questo caso, è stata quella di personalizzarla ed allo stesso tempo farla costare pochissimo. Questa la richiesta di Valentina, che guida sola ma è costretta a farsi sollevare per salire e scendere dalla macchina. La sfida è stata non solo personalizzarla ma anche farla costare pochissimo, un obiettivo raggiunto tramite il taglio laser e la stampa 3D, strumenti che permettono di sperimentare nuovi materiali e abbassare i costi di produzione.  Realizzato da Valentina Alessandria, Leonardo Boniforti, Luisa Gardin, Alessio Fabrizio.

Du’ spaghi, la forchetta di Ivan – Una forchetta meccanica customizzata per mangiare gli spaghetti, lontana da un’idea semplice di giocattolo, e perfettamente funzionante. Una forchetta ergonomica grazie ad una scocca personalizzata che può aiutare ad aumentare l’autonomia. L’idea è di Ivan Vannicelli ed è stata co-progettata con Daniele Deangelis del +Lab di Milano, Matteo Baggiato ed Elena Schina.

È stato un percorso di co-design: non realizzare ‘per’, ma creare ‘con’. Un lavoro che è nato con una call pubblica a cui hanno risposto moltissimi designers in tutta Italia”, precisa Carlo Boccazzi Varotto, ideatore di Hackability“Due mondi, quello della progettazione e della disabilità, che prima non si conoscevano mentre ora lavorano insieme”. L’evento si è sviluppato in un contest non competitivo per far diventare realtà cinque oggetti che potrebbero migliorare la vita di chi ha problematiche fisiche e motorie. “Le persone con disabilità sono potenzialmente designer e hacker – si legge sulla presentazione di Hackability – cioè persone capaci di immaginare oggetti e di piegare gli oggetti esistenti alle proprie esigenze”.

I prototipi sono  pubblicati su internet in modo che chiunque possa decidere di realizzarli a casa propria “semplicemente comprando il materiale online o in un buon negozio di elettrotecnica”, continua Boccazzi Varotto.

Ci auguriamo, dopo questi primi ed entusiasmanti risultati, che prenda piede questa “hackathon mania”  attendendo i prossimi eventi in lavorazione a Matera e Alessandria.