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La XV edizione delle giornate di Bertinoro

XV edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile

 

 

XV edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile
XV edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile

La XV edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile si è conclusa registrando molte presenze con oltre 250 partecipanti.

La valutazione dell’impatto sociale generato dalle organizzazioni non profit è stato il tema della sessione di chiusura “Generare e misurare l’impatto sociale”, coordinata da Stefano Zamagni, con la partecipazione di Luigino Bruni, Università LUMSA di Roma; Mario Calderini, Politecnico di Milano; Elena Casolari, AD della Fondazione ACRA-CCS; Maurizio Gardini, Presidente Confcooperative e Tiziano Vecchiato, Direttore Fondazione Zancan. La sessione si è aperta con l’intervento di Tiziano Vecchiato che ha sottolineato come non si possa fare “misurazione di impatto senza fare prima la misurazione di outcome: è necessario misurare il beneficio generato per i diretti beneficiari per poter poi misurare il beneficio per l’intera comunità.”

 Una ricerca sulle imprese sociali

Durante le giornate seminariali è stata presentata  la pubblicazione “Valutare l’impatto sociale. La questione della misurazione nelle imprese sociali” a cura di Paolo Venturi e Sara Rago di AICCON, con la supervisione scientifica di Stefano Zamagni. “La necessità di soffermarsi sul tema dell’impatto sociale generato dalle imprese sociali – ha spiegato alla stampa Stefano Zamagni – nasce dalla fase di passaggio che il Terzo settore italiano sta attraversando e che si lega inevitabilmente alla transizione da welfare state a welfare society, due modelli di welfare che si basano su altrettanti principi: quello redistributivo, il primo, quello di sussidiarietà, il secondo.” La questione della valutazione dell’impatto sociale, oltre a legarsi alla necessità di trovare una risposta italiana all’orientamento in materia dettato a livello europeo (CESE, 2013), assume oggi sempre più rilevanza a livello nazionale anche alla luce dei contenuti della Riforma del Terzo settore italiano in cui il concetto di impatto sociale viene legato al tema delle modalità di affidamento dei servizi sociali ai soggetti del Terzo settore (art. 4, comma 1, lettera m). Il contributo analizza oltre 40 modelli di valutazione dell’impatto sociale di cui AICCON ha selezionato sette dimensioni imprescindibili per osservare, misurare e valutare il valore aggiunto e l’impatto generato dalle imprese sociali: sostenibilità economica, democrazia e inclusività della governance, partecipazione dei lavoratori, resilienza occupazionale, relazioni con la comunità e il territorio, conseguenze sulle politiche pubbliche e promozione dell’imprenditorialità. A partire dalle dimensioni elencate, il documento presenta i relativi modelli di indicatori utili a definire una metrica di misurazione dell’impatto. “Ai tempi del welfare state era sufficiente rendicontare, nell’era del welfare generativo è indispensabile valutare – sottolinea Paolo Venturi, Direttore di AICCON – ecco perché la valutazione dell’impatto sociale è una priorità per tutti quei soggetti orientati a misurare il proprio valore aggiunto sociale”. Il rapporto si chiede se si può promuovere l’inclusione sociale senza perseguire contemporaneamente anche quella economica.  A dare una risposta  è stato ancora Stefano Zamagni : «L’inclusione o è anche economica o non è vera inclusione, perché è solo attraverso il lavoro che si può realizzare. Fino a tempi non lontani il mercato era il vero motore dell’inclusione, tanto è vero che ne è scaturita la teoria dell’ascensore sociale. Oggi, però, questo meccanismo non funziona più: al contrario, nella sua traduzione più esasperata, il mercato tende a escludere anziché integrare. Ecco perché bisogna passare dal riformismo alla trasformazione, ossia a una strategia di cambiamento di lungo termine. E per farlo, più che i manager occorrono gli imprenditori sociali, le figure che meglio di tutte possono utilizzare le tecnologie per metterle al servizio della persona e possono dare ai processi di crescita un orizzonte strategico».

 

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