Cooperazione sociale, la buona impresa sotto attacco

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La Regione Lazio rinvia e rimpalla le risposte sulla Gara Cup e la tutela dei lavoratori a rischio

Dai silenzi della Regione all’ostilità del Campidoglio: come si strozza welfare e impresa sociale nel Lazio

Governare una cooperativa costituisce, rispetto ad una normale impresa, un compito difficile e complesso. La difficoltà aumenta quando questa cooperativa raggiunge come nel nostro caso dimensioni consistenti con una base sociale che supera come gruppo i 2000 soci-lavoratori e quando l’impresa vive una fase di difficoltà dovuta alla crisi del mercato ed è costretta a fare i conti con un ridimensionamento delle proprie attività con tutte le conseguenze che questo comporta.

Non esiste spesso una ricetta unica che soddisfi tutti! Anzi a volte le decisioni sono frutto di mediazioni, equilibri che tengono conto anche dei diversi  pareri che è legittimo coltivare in una società che basa la sua gestione sulla democrazia interna dove il complesso della base lavorativa è socia dell’impresa  e concorre a determinare le scelte che caratterizzano la gestione.

Questo lavoro di governo è un servizio che alcuni soci delegati dall’assemblea, dal ruolo che gli compete  devono fare per cercare di mandare avanti l’impresa nel rispetto degli obiettivi statutari ed economici previsti, confrontandosi con le possibilità che il mercato ci riserva e sapendo che il proprio ruolo  di amministratore verrà sottoposto a verifica da parte della base sociale e degli organi istituiti di controllo e verifica delegati ad esercitare sugli amministratori tali poteri.

Vorremmo in tal senso far capire ai soci, quelli che veramente hanno a cuore questo lavoro e la cooperativa,  che non solo non è semplice ma anche i percorsi che portano ad una decisione,   vanno letti ed interpretati avendo la possibilità di approfondire le motivazioni che spesso portano a quella decisione e che magari mancano a chi affronta l’argomento sprovvisto delle necessarie informazioni. In questo contesto vogliamo ricordare a tutti i soci che il principale obiettivo resta quello di tutelare al meglio l’interesse dei soci  a salvaguardare i livelli occupazionali con il quadro dei problemi che ci troviamo ad affrontare.

Questa settimana sono state assunte importanti decisioni da parte del Consiglio in merito alla gestione della solidarietà per compensare gli esuberi che confronteremo al più presto anche con le organizzazioni sindacali in maniera da rendere a partire già dal mese di novembre.

Con le ASL e le AO è in corso la riorganizzazione per i tagli da effettuare in ragione della spending review che chiede una riduzione del 5% dei contratti in essere. Questa settimana abbiamo chiuso le trattative con l’ASL ROMA F, L’AO Sant’Andrea, l’IFO. Con l’ASL ROMA C invece ci sarà un taglio maggiore di attività che potrà superare per questo periodo il 15% a causa della mancanza di coperture economiche dell’ASL Roma C. Nel frattempo è stata anche decisa dal Consiglio di Amministrazione della cooperativa la costituzione di parte civile al processo che parte il prossimo 5 novembre contro gli imputati di mafia capitale per rivendicare i danni subiti dalla nostra impresa dal tentativo di turbativa d’asta della gara regionale dei CUP che ha portato all’annullamento della gara del 2014.

Vale la pena ricordare che il danno che stiamo subendo è enorme oltretutto se si considera che la nuova gara ha creato uno svantaggio competitivo per la nostra cooperativa e per tutti i soci mettendone a rischio il posto di lavoro di circa 900 nostri soci,  quando invece senza l’intervento dell’azione di mafia–capitale e della complicità di qualche funzionario regionale oggi saremmo stati già aggiudicatari dei servizi per almeno 3 anni.

Nicola Zingaretti, Governatore della Regione Lazio,  si tiene a debita distanza dalla vicenda della Gara dei  Cup del LAzio ed evita di rispondere ai tanti interrogativi che il bando ha sollevato
Nicola Zingaretti, Governatore della Regione Lazio, si tiene a debita distanza dalla vicenda della Gara dei Cup del LAzio ed evita di rispondere ai tanti interrogativi che il bando ha sollevato

Ritornando alla situazione della nuova gara regionale, il tavolo Regione-Sindacati sulla gara regionale CUP, che seguiamo con apprensione, invece non ha ancora sciolto nessuna riserva! Anche l’incontro tenuto questa settimana sembra che la Regione non abbia fornito aggiornamenti su come intende tutelare i lavoratori dei CUP senza clausole sociali nella gara e sugli eventuali esuberi. Nel frattempo però la gara è bloccata e non si è proceduto ancora nemmeno a nominare la Commissione di gara.

In questo quadro ci sembra paradossale  che la Regione Lazio abbia potuto indire una gara per il CUP, dove lavora oltre il 20% di personale disabile, senza clausole sociali mettendo addirittura in condizione di svantaggio competitivo la nostra cooperativa sociale, mentre  invece la Regione Lombardia ha approvato per legge che tutte le aziende sanitarie e la stessa Regione devono riservare il 5% di gare di beni e servizi a favore delle cooperative di inserimento lavorativo. Chissà se forse viviamo in un Paese diverso?

Raffaele Cantone
Raffaele Cantone, il magistrato che dal marzo dello scorso anno presiede l’Autorità Nazionale Anti corruzione

Non finisce qui. La guerra contro l’impresa sociale, quella buona, infatti si combatte su più fronti, incluso quello del Campidoglio. Mentre infatti ci si avvia alla fine della consigliatura ed al commissariamento fino alle prossime elezioni l’Assessore alla trasparenza e alla legalità Alfonso Sabella si prepara a presentare, in perfetta solitudine e senza confrontarsi con le parti sociali, una bozza di delibera comunale sugli appalti che ignora la “L. 328/2000 [Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali: NdR] e L.381/91 [Disciplina delle cooperative sociali: NdR] e promuove il primato della concorrenza e della rotazione degli affidamenti a discapito del lavoro sociale e dei servizi, penalizzando e avvilendo proprio il profilo sociale del terzo settore sia sotto l’ aspetto occupazionale che di potenziamento dell’ economia sociale, contributo quest’ ultimo presente in tutti i documenti e analisi di previsione dell’ economia italiana”.

Come avrete potuto capire nel Lazio, dal Campidoglio alla Pisana, si verificano episodi che testimoniano una certa indifferenza, se non una vera e propria ostilità, nei confronti della cooperazione, in particolare quella sociale. Tutto questo è certo conseguenza del vaso di Pandora scoperchiato da Roma Capitale che ha contribuito a fare di tutta l’erba un fascio per quanto riguarda la cooperazione sociale. Mentre, in realtà, nell’inchiesta sono coinvolte relativamente poche imprese sociali, altrettante poche cooperative ed imprese tradizionali e, in compenso numerosi pregiudicati, imprenditori, faccendieri, burocrati, politici ed amministratori.

Ma di questo si parla naturalmente poco. A farla da padrone è il consueto meccanismo della gogna mediatica che condanna prima del processo, come ha evidenziato dalla Camera Penale di Roma che, proprio per questo, ha emblematicamente denunciato per diffamazione decine di testate e di giornalisti che, pur di vendere qualche copia in più (o servire qualche interesse non confessabile), non hanno esitato ad andare contro il codice etico e la legge.