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42% famiglie rinuncia ad almeno 1 cura l'anno

Interminabili code per il ticket sanitario

 

Rapporto Censis: troppa attesa per la sanità pubblica, 42% italiani rinuncia a cure
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La crisi del Welfare secondo il Rapporto Censis: di frequente gli italiani rinunciano alle cure, a volte le pagano di tasca loro.

Il Welfare che non tutela più la salute dei cittadini. Chi può, paga di tasca propria le spese mediche; chi non può, rinuncia alle cure mettendo a repentaglio la propria salute e, in alcuni casi, la propria vita. Sono queste le conclusioni che si possono trarre dal rapporto Bilancio di sostenibilità del Welfare italiano realizzato dal Censis per il Forum Ania-Consumatori, e presentato ad un convegno organizzato a Roma dalla stessa associazione.

Sanità pubblica troppo lenta, sanità privata troppo cara

Il dato più significativo che emerge dal rapporto Censis sul Welfare è che 2/5 delle famiglie intervistate, nel corso dell’ultimo anno, ha dovuto rinunciare ad almeno una prestazione sanitaria. Anche quella singola prestazione sanitaria cui una persona ha dovuto rinunciare, magari può aver avuto effetti decisivi sulla sua salute. Le famiglie rinunciano a curarsi a causa dei tempi d’attesa troppo lunghi della sanità pubblica e dei costi della sanità privata inaccessibili a buona parte della popolazione. In ogni caso i cittadini che hanno più mezzi, spesso, finiscono per pagare le cure di tasca propria, con il 18% della spesa sanitaria italiana che risulta essere pagato dai cittadini, a fronte del 7% di quella francese, e del 9% di quella inglese.

Meno tutele, meno fiducia

Giuseppe De Rita, il Presidente dell’ Istituto Censis, ha commentato il rapporto in questo modo (fonte: adnkronos) “Il welfare italiano sta cambiando e che le famiglie rispondono con processi di adattamento che includono una forte esposizione finanziaria, ma anche con fenomeni di rinuncia alle prestazioni. Questo cambio del welfare è problematico se non ci saranno grandi riforme. Ciò di cui c’è bisogno è che la famiglia ritrovi quella percezione di fiducia essenziale per fare sviluppo”. Certo, con il diritto alla salute che, al pari di altri diritti fondamentali, viene sempre più messo in discussione, in determinate circostanze, soprattutto con l’età e con gli acciacchi che avanzano, è un po’ difficile mantenere la fiducia.
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