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Il superamento del limite nella disabilità

Tecnologie a supporto della disabilità
tecnologie a supporto della disabilità
Tecnologie a supporto della disabilità

Le nuove tecnologie a supporto della disabilità nella vita e nel lavoro

Iniziamo a fare un primo accenno al concetto del “limite” ed al suo significato.

Il punto di riferimento è il pensiero di K. Jaspers (Filosofo e Psichiatra, 1883-1969), che trattò i temi legati all’esistenza ed al limite.

K. Jaspers parla di esserci (Dasein) intesa come realizzazione di se stesso e di esistenza (Existenz), che si progetta e si decide ogni volta rispetto al proprio essere.

Tali concetti implicano un riferimento alla situazione, ovvero come capacità di libertà e decisione che deve comunque tenere conto del contesto nel quale il soggetto si trova.

Jaspers parlando del limite come qualcosa che funge da ostacolo o resistenza, contempla “la situazionalità”, ossia il contesto che interviene nelle scelte dell’essere umano che rappresenta di per sé un “limite a priori” che può condizionare e, al tempo stesso, determinare qualsiasi possibilità dell’essere umano.

E’ nella continua condizione di empowerment ed auto-realizzazione, nel costante e continuo determinare le sue scelte personali che l’individuo supera di volta in volta quel limite: ” … Soltanto attraverso la scelta io realizzo autenticamente la mia esistenza, poiché sono io a decidere nell’attimo irripetibile che mi viene incontro. Non mi lascio decidere dagli altri o dalle situazioni, ma piuttosto conquisto il mio tempo in modo da realizzare l’esser che è mio proprio …” (K. Jaspers)

L’individuo e’ quindi coinvolto inevitabilmente in una situazione, sta quindi alla sua capacità acquisita di auto-determinarsi, poter superare i limiti insiti nella situazione stessa.

L’individuo, continua Jaspers, nella sofferenza sperimenta il vissuto del limite e della sua finitezza, proprio partendo da questo stato emotivo l’essere umano può ritrovare, attraverso le sue scelte, la forza che gli permette di superare quei limiti ed individuare nuove opportunità.

Partendo dal concetto di limite e superamento dello stesso in opportunità, possiamo riferirlo al vissuto del disabile o persona con disabilità.

Le definizioni con cui negli anni si è descritta la persona con disabilità sono molteplici: dal termine di handicap che definiva una persona con dei limiti totali, al concetto di diversamente abile che induce al significato di abilità diverse, ma diverse da chi?

Il termine diversamente abile implica inoltre il riferimento ad abilità nuove e diverse tali da permettere un potenziamento delle proprie risorse ed un superamento del limite.

L’ultima definizione, la più recente, è la Convenzione Onu, ratificata dall’Italia con la legge ordinaria numero 7 del 3 marzo 2009, che parla di “persone con disabilità”. Una definizione che da un lato non nega l’esistenza di un’alterazione fisica, psichica, intellettiva o sensoriale ma dall’altro riconosce che dietro c’è sempre e comunque una persona, con le sue molteplici caratteristiche, la cui disabilità è solo una di queste.

Questo è il punto di confine che descrive Jaspers quando definisce la “situazionalità” come elemento di ostacolo e resistenza che può essere superato con la capacità di scelta dell’individuo con disabilità di acquisire coscienza e consapevolezza delle proprie capacità residue e utilizzarle.

Nel percorso di inserimento lavorativo occorre quindi predisporre tutti gli strumenti e le azioni utili alla persona con disabilità per facilitare il superamento di alcuni limitazioni e creare invece le condizioni opportune per privilegiare e valorizzare le proprie capacità residue.

Alcuni esempi atti al raggiungimento di tale obiettivo sono quelli offerti dagli strumenti/ausili informatici.

Infatti, con l’utilizzo delle nuove tecnologie e dell’innovazione, la persona con disabilità può riuscire a ottenere gli stessi standard dei colleghi.

L’Azienda ospitante la persona con disabilità deve prestare attenzione agli strumenti e alle condizioni che metterà a disposizione della persona per permettergli di lavorare con tutti gli ausili informatici ed ergonomici affinché riesca a raggiungere gli stessi standard dei colleghi di efficienza lavorativa.

La L. 68/99 intende per “inserimento mirato”: l’insieme degli strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione (art. 2, c. 1 legge 68/99).

L’utilizzo delle nuove tecnologie ed ausili informatici rappresenta una strategia efficace da adottare per la persona con disabilità sin dal percorso scolastico per favorire l’emergere in età infantile delle primissime capacità residuali che, negli anni, possono continuare ad evolvere e rafforzarsi.

Già la “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione e i diritti delle persone handicappate” del 5 febbraio 1992 n° 104 dedica l’art. 13 all’integrazione scolastica e al punto b) afferma che ”la dotazione alle scuole e alle università di attrezzature tecniche e di sussidi didattici nonché di ogni altra forma di ausilio tecnico, ferma restando la dotazione individuale di ausili e presidi funzionali all’effettivo esercizio del diritto allo studio, anche mediante convenzioni con centri specializzati, aventi funzione di consulenza pedagogica, di produzione e adattamento di specifico materiale didattico”.

Il futuro contempla sempre più le nuove tecnologie nelle nostre vite, questo naturalmente va inteso anche per le persone con disabilità, per le quali le innovazioni tecnologiche possano diventare sempre di più, in ogni contesto della propria esistenza, un supporto e un ausilio per il superamento di un“limite”.

 

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