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Un’App per i malati di tumore polmonare

Malati polmonari e tecnologia
Malati polmonari e tecnologia
Malati polmonari e tecnologia

 Un progetto presentato a Chicago ma di prossima diffusione

Una App per i malati di tumore polmonare.  Un’applicazione da utilizzare via computer o cellulare può prolungare e migliorare la vita dei malati con un tumore dei polmoni in fase avanzata. Lo dimostra uno studio presentato nei giorni scorsi a Chicago al convegno annuale della Società Americana di Oncologia Clinica (Asco) che ha evidenziato come le più moderne tecnologie possano mettersi efficacemente al servizio di chi è in grave difficoltà, con gravi problemi di salute. Questo nuovo approccio apre una nuova era nei controlli dopo le cure, dando ai malati la possibilità di un confronto continuo con gli oncologi, non facendoli sentire soli proprio nei momenti più difficili delle terapie anticancro. «E’ un mezzo economico, semplice e molto pratico per seguire le persone nelle fase più complesse di malattia – ha spiegato alla stampa un ricercatore dell’ Institut Inter-regional de Cancérologie Jean Bernard di Le Mans, in Francia, e primo autore della sperimentazione.

I pazienti potrebbero vivere meglio e più a lungo

Come è stato possibile arrivare a questi risultati? Dopo essere stati sottoposti a chirurgia, radioterapia o chemioterapia 133 pazienti con un carcinoma polmonare di stadio avanzato sono stati suddivisi in due gruppi: una parte ha fatto i controlli standard, con visite di persona e TAC ogni tre o sei mesi a seconda delle indicazioni dell’oncologo; mentre l’altra è stata assegnata a un programma sperimentale con follow up tramite web, incontrando sempre il medico come nel primo gruppo, ma con un numero minore di esami. E, in aggiunta, la compilazione di un modulo online una volta alla settimana in cui riportare i sintomi provati, a scelta fra i 12 elencati. Anche i familiari o chi si prende cura del malato potevano completare il questionario, nel caso in cui il diretto interessato fosse stato impossibilitato.  Dopo un anno, era ancora vivo il 75% dei partecipanti alla sperimentazione e il 49% dei malati che avevano seguito invece l’iter tradizionale. I tassi di recidiva del tumore sono stati simili nei due gruppi, ma il benessere generale (quello che in gergo tecnico viene definito «performance status») è risultato migliori fra i pazienti seguiti via App che nella maggior parte dei casi (74%) hanno potuto seguire il trattamento migliore in caso di ricaduta.

I numeri della malattia nel nostro paese

Nel tumore del polmone, di cui si diagnosticano oltre 40.000 nuovi casi all’anno nel nostro Paese, la sopravvivenza a 5 anni è aumentata dai primi anni ’90 alla fine del decennio 2000. «Le terapie biologiche a somministrazione orale hanno rivoluzionato in modo radicale la sopravvivenza, la qualità di vita e lo stesso modo di curare i pazienti – ha detto alla stampa il direttore dell’Oncologia Toracica all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano –. Mentre nell’era della chemioterapia questi pazienti erano sottoposti a controlli piuttosto frequenti, con i farmaci biologici le cose cambiano perché possono sono terapie orali, che possono essere prese a casa, diradando la frequenza dei contatti con lo specialista. Gli accessi in ospedale si riducono e questo, pur essendo un vantaggio, può comportare che la segnalazione degli effetti collaterali non sia adeguata, con tutti i rischi connessi, dall’interruzione arbitraria delle terapie al peggioramento della qualità di vita. La possibilità di avere a disposizione un sistema applicativo, da utilizzare in modo semplice con uno smartphone o da computer, è vantaggioso per il paziente e per il medico. È sufficiente che il paziente invii un messaggio e una foto per avere un consulto e un intervento efficace».

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