Avvocata Woo la serie coreana sullo spettro autistico

 

Può una seria coreana, non doppiata, sul tema dello spettro autistico e della diversità e con uno sviluppo su 16 episodi della durata di 1 ora ciascuno conquistare il pubblico delle piattaforme? La riposta è si se da questa estate la serie è tra le prime 5 più viste su Netflix.  Avvocata Woo è diventata un successo mondiale e il merito è solo di lei, di Woo Young-woo, una avvocata giovane  assunta dal più prestigioso studio legale di Seul che è riuscita a entrare nel cuore degli spettatori per la sua indole e il suo carisma. Woo Young-woo, come ha avuto modo lei stessa di spiegare nel corso della prima puntata di Avvocata Woo, non è tuttavia un «avvocato normale»: come recita la terza riga della seconda pagina del suo curriculum: è nello spettro autistico.

I dialoghi sono esilaranti con l’insistere della protagonista sulla sua “non normalità” senza alcun pietismo, semmai il personaggio rivendica alcune abilità che nello spettro autistico raggiungono livelli parossistici come la mnemotecnica.  Abilità di sicura utilità per gli studi giuridici. La bambina Woo impara e memoria già a cinque anni l’intero codice penale coreano; ma non sa parlare e non lo farà finché non si troverà in una situazione psicologicamente stressogena.

Fino ai cinque anni infatti non ha proferito parola allarmando il padre sul suo stato psicologico fino al giorno in cui, di punto in bianco, ha recitato a memoria alcuni stralci del codice penale che ha letto in casa, lasciando intuire la brillante carriera che avrebbe avuto da grande. Carriera che Woo cerca di costruire affrontando giorno dopo giorno le sue piccole ossessioni: la voglia irrefrenabile di parlare con chiunque le capiti a tiro dei cetacei e delle balene; la sua difficoltà a manifestare le emozioni – prima di uscire di casa, consulta una tabella compilata dal padre nella quale, attraverso delle polaroid, le mostra le espressioni facciali che corrispondono a un certo stato emotivo -; il suo desiderio di mangiare a colazione uno speciale sushi di cui può vedere tutti gli ingredienti; la sua voglia di indossare solo capi che non rechino etichette e, infine, il suo terrore per le porte girevoli. Nonostante tutte queste peculiarità e una certa diffidenza da parte dello studio che l’ha appena assunta, Woo Young-woo nel suo lavoro è brillantissima: in ogni puntata di Avvocata Woo affronta un caso diverso mettendo a frutto le sue conoscenze certosine del codice civile e penale per tirare fuori i propri assistiti dai guai.

Lo fa in maniera meccanica ma non per questo incapace di suscitare empatia visto che tutti intorno a lei, dai clienti che temono di essere rappresentati da un’avvocata appartenente allo spettro autistico ai colleghi avvocati che temono che Woo possa rovinare il buon nome dello studio, hanno qualcosa da imparare da lei.

Come probabilmente tutti noi, troppo spesso impegni a giudicare invece di cercare di comprendere.