John McFall è il primo astronauta con disabilità della storia

La European Space Agency (ESA), con il progetto Parastronaut“, ha permesso che una cosa impensabile sinora, un astronauta con disabilità, sia divenuta realtà: è infatti che l’astronauta di origine britannica, John McFall, è il primo con disabilità della storia:  laureato in Medicina e Chirurgia presso la Cardiff University School of Medicine, è specializzando in traumatologia e ortopedia nel sud dell’Inghilterra. A 19 anni gli è stata amputata la gamba destra in seguito a un incidente in moto. Nel 2005 è diventato professionista di atletica leggera come velocista paralimpico e nel 2008 ha vinto la medaglia di bronzo per i 100 metri a Pechino.

Il progetto dell’Esa “Parastronaut” servirà a migliorare la comprensione e l’identificazione delle barriere che lo spazio potrebbe avere per i para-astronauti. L’ESA è stata infatti la prima agenzia spaziale al mondo ad iniziare il Parastronaut Feasibility Project, un programma per reclutare un astronauta con disabilità motorie, non come “ospite spaziale” ma come scienziato impegnato a tutti gli effetti in missioni, esattamente come i colleghi senza disabilità, tantissime le candidature, provenienti da ben 257 dai Paesi membri dell’ESA (31 solo dall’Italia, tra cui 7 donne).

L’idea nasce innanzitutto dalla necessità di utilizzare al massimo le risorse umane. Esiste infatti del personale estremamente qualificato che non ha mai avuto questa possibilità per via di una disabilità fisica, è un’evoluzione e ci auguriamo possa diventare un cambiamento strutturale del volo spaziale.

Nello spazio siamo tutti in qualche modo disabili, anche noi che non abbiamo impedimenti fisici all’origine. È la tecnologia ad aiutarci, e dopo gli studi di fattibilità, sarà solo questione di adattare le tecnologie a determinate necessità, già nel 2014  aveva portato sulla ISS, Stazione Spaziale Internazionale, la bandiera della pattuglia aerea di piloti disabili italiani WeFly! Team nell’ambito dell’iniziativa WeFly! per abbattere i pregiudizi dar valore alla disabilità.

Sicuramente un progetto “spaziale” e davvero inclusivo. Augurandoci che possa essere d’aiuto per abbattere ogni forma di barriera prima sulla terra e poi, perché no, anche sullo spazio.

 

 

Photo: Sebastiaan ter Burg (Commons.wikimedia.org)