Con 71 medaglie conquistate, per la nazionale Paralimpica è tempo di bilanci. Il Presidente del Comitato italiano Paralimpico, Luca Pancalli: “Ripetere Tokyo 2020 sembrava un’impresa molto difficile ma ci siamo riusciti“.
Con la cerimonia di chiusura cala il sipario sui XVII Giochi Paralimpici Estivi Parigi 2024. Un’edizione, per l’Italia, indimenticabile sotto tanti punti di vista, a partire dal numero di medaglie vinte, 71, due in più rispetto a Tokyo 2020. Ben 24 gli ori conquistati, 10 in più rispetto al Giappone e un miglioramento nel medagliere generale di tre posizioni, dal nono al sesto posto anche se, in realtà, a Tokyo era presente la Rpc (ossia la rappresentativa russa senza bandiera) Ma l’Italia che si è presentata a Parigi è stata anche la delegazione più numerosa di sempre a prender parte a una Paralimpiade: 141 atleti che si sono cimentati in 17 discipline. A Tokyo 2020 furono 15. Undici le discipline andate a medaglia: nuoto, atletica, ciclismo, tennistavolo, tiro con l’arco, scherma, triathlon, equitazione, pesistica, taekwondo, tiro a segno. A portare la bandiera durante la cerimonia di chiusura, i due atleti più giovani ad aver ottenuto il quarto posto: Domiziana Mecenate del nuoto e Ndiaga Dieng dell’atletica.
“Sull’onda della scelta del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di ricevere al Quirinale gli atleti che hanno sfiorato il podio, abbiamo deciso insieme al Capo Missione nonché Segretario Generale del Cip Juri Stara di nominare i due più giovani quarti posti a Parigi, per dare il segnale di un movimento che si è confermato ma che guarda anche al futuro, e dimostrazione ne è lo straordinario numero di 52 esordienti ai Giochi“, ha dichiarato Luca Pancalli, Presidente del Comitato italiano Paralimpico durante la conferenza stampa di chiusura dei Giochi che si è svolta questa mattina a Le Pre-Catelan, la residenza ottocentesca che durante il periodo dei Giochi ha ospitato Casa Italia. “Ripetere Tokyo 2020 sembrava un’impresa molto difficile ma ci siamo riusciti – ha aggiunto Luca Pancalli -. Tante le emozioni vissute in questi giorni, sicuramente nella mia valigia riporto anche emozioni amare, come quella di Giacomo Perini e poi ovviamente quella di Ambra Sabatini nella finale dei 100 metri. Questo risultato e il fatto che siamo andati a medaglia in 11 discipline dimostra che la politica orizzontale intrapresa dal Cip insieme alle Federazioni sportive è quella giusta”.
“Sono da sempre convinto che nel mondo Paralimpico internazionale non esistano rivoluzioni ma lunghi processi di contaminazione che partono da lontano. Si parla tanto dell’importanza dei Giochi Paralimpici di Londra 2012 come quelli dello spartiacque tra il prima e il dopo, ma Londra per noi è stata fondamentale per le tantissime ore di diretta della Rai. Senza la presenza dell’emittente pubblica alcune immagini iconiche di quei Giochi – penso, ad esempio, a quelle di Alex Zanardi – non esisterebbero“. “A oggi sono convinto che il Cip sia tra i più grandi agenti trasformatori della società civile. Stiamo cambiando la società. Penso a chi si è appassionato alle Paralimpiadi – e sono veramente tanti – saranno persone sicuramente migliori perché in grado di accettare ogni tipo di diversità“.
Fonte: Redattoresociale.it
Photo: Redattoresociale.it