Lorena Leonardi e Daniele Piccini – Città del Vaticano
Non “loro” e “noi“. Non solo “inclusione” ma autentica esperienza di “fraternità” e “comunione“. Ancora, da semplici destinatari del messaggio evangelico a veri “testimoni“. Il magistero di Papa Francesco sui disabili sembra aver assunto una concretezza più che mai tangibile lunedì 28 aprile, quando piazza Pia si è risvegliata con un volto nuovo. Gli stand bianchi a puntellare via della Conciliazione fino a piazza San Pietro hanno inaugurato un nuovo appuntamento dell’Anno Santo.
Lungo “Le vie della speranza“- così si chiamano i piccoli gazebo che raccontano esperienze e iniziative a supporto delle persone con disabilità, dalla scuola hanno passeggiato – in occasione del Giubileo dedicato alle persone con disabilità, , 28 e 29 aprile, i circa diecimila pellegrini giunti Paesi del mondo.
Sin dalla prima mattinata gruppi di disabili si sono messi in cammino dietro la Croce giubilare per oltrepassare la Porta Santa della basilica Vaticana. Nel frattempo, a San Giovanni Battista dei Fiorentini sacerdoti confessori formati per l’accoglienza di persone con disabilità sono a disposizione per quanti desiderano riconciliarsi.
Il programma dell’appuntamento giubilare è ricco: lunedì 28 aprile pomeriggio alle 17, ha celebrato la messa nella Basilica di San Paolo fuori le mura l’arcivescovo presidente responsabile del Giubileo, Rino Fisichella. Il quale, lunedì 28 alle 11, ha tenuto in piazza San Pietro una catechesi cui hanno seguito testimonianze di persone con disabilità. Ai Giardini di Castel Sant’Angelo, dalle 15, i pellegrini hanno vissuto un pomeriggio di festa con musica, esibizioni di band formate da persone con disabilità, interventi di atleti paralimpici e artisti. Tutti gli eventi e le celebrazioni hanno la traduzione in lingua dei segni italiana e internazionale.
Da Salerno sono arrivati i membri di “Insieme possiamo“, associazione nata due anni fa su iniziativa di un gruppo di genitori di ragazzi con varie disabilità, prevalentemente intellettive. Una comunità dove i ragazzi possono stare insieme, impiegando il tempo con lavori manuali e creativi: fanno esperienza di vita comunitaria, coltivano un orto. “Cerchiamo di capire quale sia la strada migliore per i nostri figli“, sottolinea Maddalena, mamma di Massimiliano, 26 anni, “contento di essere qui“.
Guarda il palco allestito in piazza Pia e sogna di salirci Angelo, 29 anni, cappellino con visiera calata sugli occhi: “Voglio fare il rapper“, confida, “e il mio mito è Capo Plaza“. “Si è appassionato alla musica dopo aver seguito un corso”, spiega la madre, ed è chiaro come anche una piccola scintilla possa accendere un sogno.
Fonte: Vaticannews.va
Photo: Vaticannews.va