
Il neurostimolatore, impiantato chirurgicamente nello spazio epidurale con 32 elettrodi, e una riabilitazione personalizzata hanno migliorato significativamente forza muscolare, deambulazione, controllo motorio. Nel tempo, spiega una nota dei sanitari, l’uomo ha gradualmente ridotto il supporto necessario per camminare: da esercizi su tapis roulant con scarico del peso corporeo, è passato a camminare con l’ausilio di un deambulatore e tutori. Alla dimissione, era già in grado di percorrere 58 metri in sei minuti e completare il test dei 10 metri in poco più di 40 secondi. Ma il traguardo «più incredibile» è arrivato sei mesi dopo l’intervento: ha camminato autonomamente per un chilometro con il solo ausilio del deambulatore e dei tutori.

Il caso clinico, appena pubblicato su Med – Cell Press, si inserisce in un percorso di ricerca avviato con il primo intervento di impianto di un neurostimolatore midollare nel 2023, eseguito dal team di neurochirurghi dell’Ospedale San Raffaele, guidati dal primario Pietro Mortini, ordinario all’Università Vita-Salute San Raffaele. Il percorso è proseguito con la pubblicazione, su Science Translational Medicine nel 2025, dei primi risultati ottenuti su due pazienti impiantati che dimostrano l’efficacia del protocollo innovativo di stimolazione elettrica epidurale nel trattamento delle lesioni del midollo spinale. «Oltre al recupero motorio, la stimolazione ha determinato un miglioramento clinicamente rilevante del dolore neuropatico e della qualità della vita complessiva del paziente», dice il neurochirurgo Luigi Albano, primo autore dello studio.

A causa della complessità anatomica e funzionale della zona colpita – proprio dove il sistema nervoso centrale si fonde funzionalmente con quello periferico -, queste lesioni, aggiunge Albano, «risultano tra le più difficili da trattare e spesso comportano una combinazione di paraplegia, dolore neuropatico severo e disturbi sfinterici. Il quadro clinico può variare da paziente a paziente, ma nella maggior parte dei casi si osservano deficit motori e sensitivi gravi e persistenti. Le opzioni terapeutiche tradizionali sono limitate e si concentrano soprattutto sulla riabilitazione, ma i margini di recupero sono generalmente modesti. È in questo contesto che l’applicazione della stimolazione elettrica epidurale rappresenta un potenziale punto di svolta, aprendo nuove prospettive di trattamento anche per le lesioni più complesse».
Anche nell’ambito di studi clinici in corso, ha sapere il San Raffaele, i pazienti interessati a valutare un percorso di diagnosi e trattamento con stimolazione elettrica epidurale possono scrivere a iocammino@hsr.it.
a cura di Vito Salinaro
Fonte: www.avvenire.it – 27 maggio 2025