Fino al 30 aprile, eseguiti più di 22mila controlli, di cui circa 7mila con il palmare. Le violazioni accertate hanno già superato le 5mila. Lo scorso anno, in 160 casi, il contrassegno è stato ritirato perché, come succede molto spesso, era scaduto.
Contrassegni scaduto o usati impropriamente. Sono alcune delle violazioni sanzionate dalla Polizia di Roma Capitale che ha comminato oltre 13mila multe. Come scrive il Corriere Adriatico, c’è un esercito di pass irregolari, costruiti ad arte, con una finta disabilità. In tutto il 2024, la polizia locale di Roma Capitale ha effettuato un totale di 55mila verifiche, fra controlli pass per persone con disabilità e interventi su spazi riservati. Di queste 55mila, 37mila circa quelle eseguite con dispositivi Rfid, il palmare per controllo immediato sul contrassegno. Oltre 13mila le multe elevate fra soste irregolari su spazi o scivoli riservati alle persone con disabilità, l’uso improprio del contrassegno, la sosta da parte di persone con disabilità ma su spazio altrui con concessione. Un trend che pare confermato anche nei primi quattro mesi del 2025: fino al 30 aprile, i vigili hanno eseguito più di 22mila controlli, di cui circa 7mila con il palmare. Le violazioni accertate hanno già superato le 5mila. Lo scorso anno, in 160 casi, il contrassegno è stato ritirato perché, come succede molto spesso, era scaduto. Una decina di permessi sono stati, invece, sequestrati perché falsi (ci sono romani denunciati e indagati per contraffazione). Tutti gli altri sono in zona grigioscura: i dati più recenti ci dicono che sono quasi duemila, 1988 per la precisione, i permessi revocati perché l’intestatario non aveva più titolo o perché deceduto. Facendo o no la tara stiamo parlando di un permesso molto ambito perché dà la possibilità alle persone di entrare con l’auto nelle zone Ztl e di parcheggiare negli stalli appositi, gratuitamente, anche negli spazi di sosta tariffati (le strisce blu), nonché di percorrere, in caso di necessità, le corsie preferenziali riservate abitualmente ai mezzi pubblici. A Roma, l’abuso di questi permessi è diventato un fenomeno: si va dall’utilizzo da parte di familiari o conoscenti del titolare del pass, anche in sua assenza, alla falsificazione vera e propria del contrassegno. Non mancano però anche i casi di furto del permesso per scopi illeciti. Le sanzioni per l’uso improprio o la falsificazione del contrassegno sono severe e prevedono multe salate, il ritiro del pass e, nei casi più gravi, anche denunce penali. Ci sarà adesso una sola centrale che smisterà, valuterà e rilascerà i permessi. Anche per ridurre al minimo gli odiosi casi di pass falsi. Come quelli finiti in una maxi inchiesta della Procura già lo scorso anno. Gli investigatori del Nas della Capitale avevano scoperto un giro di illeciti gestito da quattro medici e un titolare di un centro servizi, tutti poi denunciati per truffa ai danni dell’Inps. Le accuse per tutti sono associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e falsità ideologica in atto pubblico. Durante le indagini i militari avevano ricostruito il sistema messo in atto dai camici bianchi. Avevano accertato che i medici, a suon di 200 euro in contanti a pratica, rilasciavano finte certificazioni sanitarie per poter ottenere le agevolazioni che hanno le persone con disabilità. I militari avevano scoperto 22 casi tra aprile a ottobre del 2024. In sostanza, i finti pazienti affidavano la pratica al “medico amico” che compilava e inoltrava le domande per il riconoscimento dell’invalidità e ottenere così l’indennità di accompagno e l’assegno di invalidità, entrambe riconosciute ed erogate dall’Inps. Ma come poi confermato durante le indagini, tutto questo avveniva in totale assenza delle visite mediche e delle effettive patologie. Nelle carte dell’inchiesta spiccava il ruolo del centro servizi che rappresentava il punto di incontro tra domanda e offerta. Un dettaglio: le certificazioni venivano stilate su carta intestata di strutture pubbliche, e questo attribuiva un valore significativo a quelle scritture. Nel 2023 invece, un’altra indagine portò all’arresto di un ortopedico e di un infermiere in pensione, responsabile del laboratorio analisi di una struttura ospedaliera della Capitale. Per questo professionista lo scorso febbraio è arrivata la condanna per corruzione e falso ideologico in atto pubblico. L’inchiesta ha svelato come in almeno sette casi – tra marzo e giugno 2022 – l’ortopedico aveva rilasciato certificati a pazienti procacciati dal dipendente che ne aveva raccolto i soldi: dai 100 ai 122 euro. Una buona fetta della somma, circa 100 euro, andava al dottore, gli altri all’intermediario. Attraverso i due, i pazienti riuscivano a ottenere permessi di assenza dal lavoro per malattia, accesso a pensioni di invalidità, ma anche permessi per parcheggiare le macchine nei posti riservati alle persone con disabilità. Il pass passepartout.
Fonte: Superabile.it
Photo: Superabile.it