Oltre 16 milioni di italiani convivono con disturbi mentali. Superare lo stigma e promuovere una nuova cultura della salute mentale, fondata su educazione, comunicazione e inclusione sociale, è stato l’obiettivo al centro dell’evento “Verso una nuova cultura della Salute Mentale – un percorso di consapevolezza e inclusione sociale”, svoltosi al ministero della Salute.
Rappresentanti del mondo politico, scientifico, accademico, sociale e dei media si sono confrontati sulle sfide legate al crescente disagio mentale, in particolare tra i giovani, e hanno proposto una nuova visione delle politiche sanitarie ed economiche che metta la salute mentale al centro delle priorità del Paese.
I disturbi mentali non riguardano solo la sfera individuale: hanno impatti significativi anche sul piano sociale ed economico. Per questo è necessario un approccio integrato che riconosca la salute mentale come leva di benessere per le persone e di sviluppo per la collettività.
La correlazione tra benessere mentale e sviluppo socio-economico è evidente – ha dichiarato Daniela Bianco, partner di The European House – Ambrosetti e responsabile della Practice Healthcare, Teha Group – Promuovere la salute mentale significa costruire basi solide per il futuro: ridurre le disuguaglianze, valorizzare il capitale umano e rafforzare la partecipazione sociale. È un investimento che genera benefici duraturi per le persone, le comunità e l’intero tessuto economico e sociale. Tra le sfide di sistema legate alla diffusione dei disordini mentali in Italia si segnalano carenze strutturali e organizzative, lunghe liste d’attesa, distribuzione disomogenea dei servizi di prevenzione e cura sul territorio e disuguaglianze sociali nell’accesso ai trattamenti. Il nuovo Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale 2025-2030, approvato dal ministero della Salute, definisce il quadro strategico per uniformare i servizi su tutto il territorio, con interventi mirati su prevenzione, integrazione sociosanitaria, scuola, lavoro e ricerca.
“Il Piano interviene su prevenzione, infanzia e adolescenza, integrazione sociosanitaria, giustizia, formazione e ricerca – chiarisce Alberto Siracusano, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e coordinatore del Tavolo Tecnico sulla Salute Mentale del ministero della Salute. L’obiettivo è quello di migliorare l’accesso ai servizi e promuovere l’inclusione sociale, con un approccio integrato tra sanità, scuola, lavoro. La comunicazione gioca un ruolo cruciale in questo quadro per una nuova cultura della salute mentale: parlare della propria salute mentale, condividere le emozioni con gli altri, rappresenta già un primo atto terapeutico e può favorire la personalizzazione della cura, soprattutto per i più giovani.” A livello sociale, lo stigma associato ai disordini mentali rappresenta un ulteriore ostacolo significativo: nonostante la crescente sensibilizzazione pubblica, in molti contesti sociali, culturali e lavorativi, i disordini mentali continuano a essere percepiti come segni di debolezza, instabilità o pericolosità.
“Ancora oggi, in Italia, 8 cittadini su 10 considerano i problemi di salute mentale una forma di debolezza, mentre solo il 15% degli under 50 ritiene che se ne parli apertamente – spiega Ignazio Zullo, presidente dell’Intergruppo Parlamentare “One Mental Health“. Una maggiore informazione e educazione, a partire dall’ambiente scolastico a quello lavorativo, possono contribuire alla riduzione dello stigma. Fondamentale è promuovere l’utilizzo di un linguaggio corretto per descrivere le condizioni di benessere psicologico, i trattamenti e le persone che vivono tali condizioni.”
La situazione dei giovani è particolarmente preoccupante: secondo l’Oms, il 14% degli adolescenti tra i 10 e i 19 anni soffre di un disturbo mentale. In Italia si tratta di circa 700.000 ragazzi e ragazze. Più della metà dei disturbi insorge prima dei 15 anni e l’80% entro i 18, rendendo cruciale l’intervento precoce.
Scuola, famiglia e luoghi di lavoro rappresentano contesti cruciali per la salute mentale dei giovani poiché proprio in questi ambienti si costruiscono le prime relazioni sociali significative e anche per questo risultano più critici sotto il profilo del benessere psicologico. Nel 2025 il ministero della Salute ha istituito un fondo per garantire psicologi stabili nelle scuole e ha presentato un disegno di legge per introdurre la figura dello psicologo scolastico in modo uniforme sul territorio nazionale.
“Per un intervento precoce nella salute mentale è necessario costruire ambienti di supporto e formazione, non solo per i giovani ma anche per gli adulti significativi come genitori, insegnanti e educatori – spiega Beatrice Lorenzin, co-presidente dell’Intergruppo Parlamentare “Neuroscienze e Alzheimer” e membro dell’Intergruppo Parlamentare “One Mental Health“. Percorsi psicoeducativi, sportelli di ascolto, gruppi di supporto e interventi personalizzati sono alcuni strumenti concreti per promuovere il benessere psicologico dei giovani e rafforzare la consapevolezza dei genitori e dei caregiver.”
Alla luce dei dati, la salute mentale deve essere considerata sempre più una priorità sanitaria, sociale ed economica. Costruire una nuova cultura significa investire in prevenzione, educazione e comunicazione: strumenti essenziali per tutelare le nuove generazioni, rafforzare la coesione sociale e garantire sviluppo al Paese.
Fonte: Superabile.it
Photo: Superabile.it
