“Nessuno escluso“: a Milano il museo diventa laboratorio di inclusione culturale. Progetto della fondazione Falck al Diocesano.
Rendere l’arte davvero accessibile significa andare oltre l’abbattimento delle barriere architettoniche e affrontare anche gli ostacoli comunicativi e cognitivi che limitano la fruizione culturale. Da questa consapevolezza nasce “Nessuno escluso“, il progetto del Museo diocesano Carlo Maria Martini di Milano che punta a trasformare il patrimonio artistico in un’esperienza inclusiva per tutti, attraverso quattro linguaggi alternativi. Avviata nell’autunno 2024 e ora estesa anche alla collezione permanente, l’iniziativa coinvolge opere come la Madonna dell’Umiltà di Gherardo Starnina e la Pala della Vergine Assunta di Lucio Fontana, ed è rivolta a persone con disabilità, famiglie, scuole e associazioni. Realizzato con la Consulta diocesana comunità cristiana e disabilità e con il sostegno della fondazione Alia Falck, il progetto adotta strumenti concreti: qr code, mappe intuitive e schede cartacee arricchite dalla Caa, la Comunicazione aumentativa alternativa, metodo DescriVedendo, linguaggio Easy-to-read e lingua dei segni italiana. La Caa aiuta con simboli visivi chi ha difficoltà cognitive o comunicative, DescriVedendo consente a persone cieche e ipovedenti di costruire immagini mentali, Easy-to-read semplifica i testi con frasi chiare e immagini, mentre la Lis garantisce autonomia alle persone sorde. Per don Mauro Santoro, la vera inclusione sta nel rendere normale la possibilità per tutti di accedere a cultura, sport e vita sociale. La direttrice Nadia Righi parla di un passo ulteriore dopo la rimozione delle barriere architettoniche, mentre Elisabetta Falck sottolinea come questo esempio virtuoso possa diventare un modello per altri musei. “Nessuno escluso” è al tempo stesso progetto e manifesto: dimostrare che arte e bellezza non sono un privilegio per pochi, ma un diritto universale da vivere in spazi aperti e condivisi.
Fonte: Superabile.it
Photo: Superabile.it
