Accompagnamento, niente tagli

tagli

Il 21 marzo, nel corso del Consiglio Europeo a Bruxelles, il premier italiano Matteo Renzi ha chiarito: “Non saranno toccate le pensioni di invalidità o le indennità di accompagnamento, aggrediremo soltanto l’area della falsa invalidità”. Questa dichiarazione ha ammorbidito un po’ la posizione delle associazioni di categoria, che erano insorte dopo che Carlo Cottarelli, il commissario straordinario per la Spending Review, aveva proposto un intervento sulle indennità di accompagnamento. Le associazioni FAND e FISH hanno espresso soddisfazione per il chiarimento di Renzi, ma lo hanno invitato ad andare oltre con  “l’avvio e il consolidamento di serie politiche per la disabilità, per la non autosufficienza, per l’inclusione sociale“.

Le proposte del commissario

Le proposte di Cottarelli che avevano suscitato tanto allarme nelle associazioni, facevano parte di una serie di proposte di tagli alla spesa pubblica che il commissario aveva presentato alla Commissione Bilancio del Senato lo scorso 12 marzo. In particolare,  Cottarelli suggeriva di rafforzare i controlli sui falsi invalidi e di legare l’indennità di accompagnamento al reddito. L’idea era quella di togliere l’assegno a tutti coloro che superano un reddito individuale di 30000 Euro all’anno e/o un reddito familiare di 45000 Euro all’anno, con la solita incongruenza legislativa che un euro di stipendio in più può significare la perdita dell’intero sussidio. A parte questo, FAND e FISH hanno fatto sentire in modo deciso la loro voce, facendo presente prima di tutto che spesso l’indennità di accompagnamento è una sorta di compensazione per la mancanza di una rete assistenziale adeguata. Visto che i servizi sociali offerti dagli enti locali sono spesso carenti oppure organizzati male, infatti, le spese che i disabili devono affrontare giornalmente risultano in media, superiori a quelli delle altre persone.

Il dibattito sui falsi invalidi

Una significativa divergenza di opinioni si era registrata tra Cottarelli ed associazioni anche per quanto riguarda la presenza di falsi invalidi, e la necessità di intensificare i controlli. Cottarelli aveva rilevato che in alcune regioni la percentuale di beneficiari del sussidio è sensibilmente più alta che in altre; in testa alla graduatoria Calabria, Campania, Umbria e Sardegna. Secondo Cottarelli queste percentuali elevate si devono alla presenza di falsi invalidi; FISH e FAND invece ipotizzano che in tali regioni il ricorso al sussidio sia più frequente appunto per la carenza di servizi assistenziali. Le due associazioni sostengono inoltre che i controlli effettuati dallo Stato negli ultimi cinque anni sono stati molto poco efficienti: 30 miliardi spesi dallo Stato per smascherare soltanto un numero esiguo di falsi invalidi, e con le verifiche che risultano spesso molto farraginose, a volte per ottenere un verbale d’invalidità occorre aspettare anche trecento giorni.