Al Policlinico “A. Gemelli” un reparto per i bambini vittime di dipendenza dal web

Al Gemelli un reparto per la dipendenza infantile e giovanile dal Web
Al Gemelli un reparto per la dipendenza infantile e giovanile dal Web

Nasce al Policlinico Gemelli un centro per aiutare bambini e adolescenti preda della rete web 

Al Policlinico “A. Gemelli” un reparto per i bambini vittime di dipendenza dal web, si chiama “Centro Pediatrico Interdipartimentale per la Psicopatologia da web” ed è un centro multidisciplinare per aiutare bambini e adolescenti che hanno subito danni (psichici o fisici) a causa di un uso scorretto delle nuove tecnologie (smarthpone, tablet, pc).  Per aiutare giovani che a volta sono preda di un uso eccessivo e scorretto delle nuove tecnologie, con conseguenti rischi sul fronte dello sviluppo cognitivo, della salute psichica, ma anche del comportamento e di tipo più prettamente fisico (soprattutto problemi ortopedici e di vista). L’iniziativa nasce dalla collaborazione di Policlinico A. Gemelli di Roma e Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica . Il Centro nelle intenzioni dei fondatori vuole essere un buon esempio di presidio clinico multidisciplinare mediante un modello di intervento condiviso tra la Psichiatria, la Neuropsichiatria Infantile e la Pediatria, viene presentato oggi presso il Centro Congressi Europa dell’Università Cattolica a Roma. L’incontro inaugurale è stato moderato da Eugenio Mercuri, Direttore dell’Istituto di Psichiatria e Direttore dell’UOC di Neuropsichiatria Infantile del Gemelli, si conclude con alcune testimonianze tra cui quella di Luca Barbareschi, imprenditore e attore, direttore artistico del Teatro Eliseo che collabora per attività culturali con il Policlinico.

I danni che si corrono

Per i bambini e gli adolescenti un uso disfunzionale del tempo passato online può innescare distorsioni nei processi di costruzione dell’identità e dell’immagine personale correlate a nuovi fenomeni dissociativi, portando alla dipendenza patologica e a segnali crescenti di ritiro sociale, con aspetti sovrapponibili al fenomeno giapponese “Hikikomori”. “Allo stesso modo – dicono gli esperti – le trasformazioni neurocognitive, conseguenti a un modo diverso di interagire con la realtà aprono dinamiche nuove nella clinica e nella riabilitazione dei disturbi dell’apprendimento e di quelli legati all’area neurologica”. La Pediatria – affermano – sta cambiando radicalmente e deve sempre più occuparsi di problematiche una volta sconosciute, ma che sempre più hanno risvolti sociali e comportamentali. In particolare la volontaria reclusione di bambini e adolescenti di oggi che, come avverte l’Accademia Americana di Pediatria, trascorrono in media circa 7 ore al giorno davanti a TV, computer, cellulari e altri dispositivi elettronici, a dispetto delle 2-3 ore giornaliere consigliate. Dati simili sono emersi anche in Italia da recenti indagini sulle abitudini di bambini e adolescenti. La facile accessibilità, il superamento dei normali vincoli spazio-temporali e l’anonimato tipici del mondo digitale rappresentano infatti un’alternativa allettante alla realtà, offrendo esperienze sensoriali e relazionali nuove”. “Per il modo in cui è stato ideato – conclude Eugenio Mercuri -, il centro rappresenterà un’esperienza pilota in grado di affrontare il problema delle dipendenze da rete a 360 gradi, riuscendo a coprire non solo gli elementi psicologici legati alla dipendenza ma anche le ripercussioni a livello fisico e cognitivo. Per la prima volta si offrirà una presa in carico completa aiutando i ragazzi e le loro famiglie nell’affrontare tutte queste problematiche”.