Trasporto disabili a Roma

Gli enormi pulmini che  dal maggio dell'anno scorso vengono impiegati per trasportare un solo disabile alla volta
Gli enormi pulmini che dal maggio dell’anno scorso vengono impiegati per trasportare un solo disabile alla volta

Romeo (ANGLAT): nulla su di noi senza di noi

Alcuni servizi sociali rivolti alle persone disabili sono poco efficienti non solo per mancanza di risorse, ma a causa di qualcosa che suscita ancora più sconcerto: la poca considerazione per quelle che sono le reali necessità delle persone disabili. Non di rado, infatti, succede che in fase di pianificazione dei servizi viene dato uno scarso ascolto agli utenti che ne devono usufruire, e che essi finiscono per offrire cose che hanno poca importanza, e per negarne altre che hanno importanza vitale.

All’inizio del 2013, il Servizio Mobilità Disabili Adulti del Comune di Roma è stato rinnovato con alcuni risvolti anche positivi, adesso un migliaio di nuovi utenti usufruisce del servizio. La libertà di chi utilizza tale servizio per andare al lavoro, però, è pesantemente limitata dal fatto che adesso il Comune autorizza soltanto le corse di trasporto disabili casaufficio: viene detto di no persino agli utenti che dopo il lavoro desiderano recarsi in posti molto più vicini rispetto alla propria abitazione, dove potrebbero essere trasportati in modo rapido senza alcun aggravio di costi.

Per il disabile soltanto casa-ufficio

Con un vincolo così rigido, il servizio è meno efficiente e fornisce un apporto soltanto ridotto all’autonomia degli utenti, perché è chiaro che la vita di qualsiasi persona non si può ridurre a soli due luoghi. Nei casi più fortunati, per poter andare da altre parti, gli utenti si devono rivolgere a chi sta loro vicino, oppure attingere ai loro risparmi; nei casi più sfortunati, l’organizzazione della vita quotidiana si complica di parecchio con il forte rischio di isolamento sociale.

Tale restrizione è in netto contrasto con l’esigenza di autonomia e di autodeterminazione degli utenti e sicuramente esistono sistemi molto migliori per controllare il bilancio, come la fissazione, per ogni utente, di un tetto massimo di spesa mensile.

Un altro discutibile aspetto del servizio è che spesso gli stessi mezzi, di dimensioni molto grandi, che vengono impiegati per il trasporto degli utenti in carrozzina vengono impiegati anche per gli utenti con altre disabilità. Per questi ultimi, da una parte lo spazio interno ai veicoli risulta superfluo, dall’altra spesso risulta difficile salire su questi mezzi, che hanno l’abitacolo rialzato rispetto al terreno. Nuovamente, succede che a questi utenti viene fornito ciò che non è necessario: lo spazio, e non viene fornito ciò che è necessario: l’accessibilità.

Serve sensibilità e prontezza verso tutti

Roberto Romeo, presidente dell’ANGLAT, associazione nazionale di categoria, da 33 anni opera perché tutti i disabili possano fruire del diritto alla mobilità dichiara: «La mobilità è per tutti sinonimo di partecipazione, autonomia, libertà. Ma se persone con esigenze speciali, che vivono in una delle città più sensibili ai cittadini definiti “fragili”, sono limitate nella loro libertà di movimento, nell’ambito di un servizio ad esso dedicato, è necessario soffermarci a riflettere su come sensibilizzare gli enti pubblici, erogatori di servizi ai cittadini, a fronte di diritti sanciti, perché possano intervenire nel miglioramento di servizi definibili “ad personam“, che devono essere realizzati, con competenza ed efficienza, ma anche con quella buona dose di sensibilità e prontezza nel rispondere al bisogno specifico.

Per questo è opportuno che gli enti pubblici facciano proprio il concetto del “nulla su di noi senza di noi” (fatto proprio dalla convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità) affinché si generino reali processi di confronto e partecipazione dove le persone con disabilità siano sempre più rese protagoniste e responsabili della propria vita e del proprio futuro, in quanto unici soggetti in grado di proporre soluzioni idonee ai loro bisogni, nel pieno rispetto delle norme vigenti. Ritengo che questa sia una possibilità perseguibile e a costo zero per gli enti, che consentirà a noi tutti di sentirci realmente cittadini. Per far ciò, dobbiamo continuare a lottare con il dialogo e la partecipazione, perché quei valori di responsabilità, dignità, solidarietà e pari opportunità, tornino ad essere le fondamenta per una Nazione che tutto è tranne che Civile».