Sochi, a secco i paralimpici azzurri

La snowboarder italiana Veronica Yoko Plebani, decima nella disciplina paralimpica  (fonte http://www.sochi2014.com)
La snowboarder italiana Veronica Yoko Plebani, decima nella disciplina paralimpica (fonte http://www.sochi2014.com)

A Pochi giorni dalla fine dalle paralimpiadi invernali, ancora niente medaglie per la squadra italiana

Le premesse c’erano tutte per i paralimpici azzurri. La squadra di sledge hockey campione d’europa, Alessandro Daldoss, neo campione del mondo di sci alpino categoria visually impaired e Melania Corradini, super medagliata dello sci alpino alla coppa del mondo di Jeonseong, Corea, e Argento nel 2010 a Vancouver, facevano da apripista ad una squadra che, con un buon mix di certezze consolidate ed esordienti, sulla carta prometteva faville.

Invece, ormai alla vigilia della chiusura dei giochi di Sochi, domenica 16, svoltisi in un clima pesante, fatto di defezioni e distinguo a causa della crisi in atto tra Russia e Ucraina per la Vicina Crimea, gli azzurri delle specialità paralimpiche invernali non sono mai saliti sul podio ed hanno collezionato solo qualche onorevole piazzamento. Cerchiamo di fare il punto della situazione.

Sledge hockey

La squadra italiana dopo aver rimediato sonore sconfitte, all’esordio 7 a 0 con gli Usa e 5 a 1 con la squadra Russa, vera sorpresa di questi giochi, è riuscita a riprendere quota sconfiggendo 3 a 2 gli svedesi, in un match sofferto, risolto negli ultimi minuti da una magia di Florian Planker, e a superare la Corea del Sud (unici in questi giochi a battere i russi) con un meritato 2 a 1. Questo risultato ci ha aperto i cancelli per la finalina per il quinto posto in classifica, che si gioca venerdi (14) sera, e ci permetterebbe di comunque di migliorare il risultato di Vancouver 2010, dove arrivammo settimi. Per l’oro, finale sabato (15) tra Usa e Russia, al secondo incontro dopo la fase eliminatoria che ha visto gli statunitensi cedere 2 a 1. Il bronzo, lo stesso giorno, se lo giocano Canada e Norvegia, anche qui con un precedente che ha visto gli scandinavi soccombere.

Sci alpino

Sicuramente non impreparazione, ma piuttosto avversari molto forti, un pizzico di sfortuna e una condizione pessima della neve, hanno contribuito alla slavina azzurra. Caduto e fuori dai giochi Daldoss nella sua specialità, il super G visually impaired. Si spera in migliore fortuna in slalom gigante. Mentre la “Leonessa” Melania Corradini, fresca di una frattura alla clavicola rimediata con una caduta alla recente Coppa del Mondo e con un ginocchio malandato, non è riuscita ad avvicinarsi a quel podio che è senz’altro nelle sue corde. Altri Italiani in gara nel fine settimana, ma poche sono le speranze di agguantare una medaglia.

Biathlon e sci Nordico

Anche qui solo piazzamenti, e a competizioni ormai chiuse, tempo di bilanci. Di particolare rilievo quello di Enzo Masiello, settimo nella 15 km, mentre Francesca Porcellato, già oro a Vancouver, è andata oltre la decima posizione nella 12 km e si è fermata in semifinale nel chilometro sprint, la sua specialità. Indietro e senza risultati di rilievo gli altri azzurri in gara.

Snowboard

La nuova disciplina paralimpica ha visto in gara venerdì (14) 4 azzurri – Veronica Yoko Plebani, poi gli uomini, Giuseppe Comunale, Fabio Piscitello e Luca Righetti – che non sono però riusciti a raggiungere posizioni di eccellenza. Era la prima volta, l’esperienza farà la sua parte.

Il medagliere (vuoto)

Il bottino dell’Italia in questa undicesima edizione delle paralimpiadi invernali è ben diverso da quello raccolto a Vancouver nel 2010, quando l’Italia fu in grado di vincere ben 7 medaglie, di cui un oro, tre argenti e tre bronzi. Forse la fine di un ciclo, che ha visto crescere ed affermarsi un’intera generazione di paratleti italiani, e che ora richiede un periodo di riflessione ed uno sforzo per un ricambio generazionale. Non si può mai parlare, però, di delusione perché la vera sfida non è vincere, ma partecipare.