L’isola rupulita

tiberina

Nei giorni dal 7 al 9 aprile, 22 cooperative sociali di tipo B hanno ripulito gratuitamente l’Isola Tiberina. I rami che sporgevano sul fiume sono stati potati; la vegetazione cresciuta sui muri del fiume è stata sfoltita; una grande quantità di residui di lavorazioni precedenti è stata smaltita; il limo e la sabbia sono stati eliminati dalle scale e dalla banchina. L’operazione, oltre a disabili fisici e psichici, ha visto coinvolti anche ex detenuti ed ex tossicodipendenti che nelle cooperative sociali cercano un riscatto dal loro problematico passato.

Perché 22 cooperative si sono offerte per ripulire gratuitamente l’isola? Il 25 marzo, delle rappresentanze delle cooperative sociali del Lazio avevano incontrato Ignazio Marino in un convegno, del quale avevamo parlato estesamente i primi giorni di Aprile in Roma più pulita a solidale. Uno dei temi principali dell’incontro era stato la delibera 60, che nell’ormai lontano 2009 aveva stabilito che, allo scopo di favorire l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, almeno il 5% degli affidamenti annuali del Comune di Roma fossero assegnati alle Cooperative Sociali di tipo B. A distanza di cinque anni,  tale delibera non è stata ancora attuata: allo stato attuale, si è ben lontani dal 5% dei servizi comunali affidati alle Cooperative Sociali. Ignazio Marino, nel corso del convegno, aveva promesso un’accelerazione dei tempi: in cambio di questa sola promessa, le Cooperative Sociali hanno ripulito gratuitamente l’ Isola.

Un’iniziativa sicuramente ammirevole quella delle ventidue cooperative romane, l’Isola Tiberina necessitava sicuramente di un’estesa opera di manutenzione,  e, come ha sottolineato il presidente della Legacoop Sociali Lazio, Pino Bongiorno, ci si è fatta un’ottima pubblicità in vista di analoghi interventi: “Ci aspettiamo che il Comune di Roma possa tenerci in considerazione nel caso l’attività di ripulitura sulle sponde del fiume Tevere dovesse avere un seguito oltre i confini dell’Isola. Siamo in grado di ripulire interi spazi e di effettuare lavori completi“. La scelta delle cooperative di lavorare gratis per il Comune, però, è emblematica delle problematiche dei nostri tempi, con un numero sempre più frequente di persone che accetta di lavorare a costi bassi/inesistenti, e con l’amministrazione pubblica che spesso fatica a mantenere gli impegni presi con i cittadini, e a garantire i loro diritti. Spesso, l’unica contropartita per il lavoro che si svolge è la speranza di vedere, un giorno, ricompensate le proprie fatiche: in questo specifico caso, però, c’è anche la soddisfazione di avere contribuito a rendere più vivibile la propria città.