I progetti sperimentati nel Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio
Le protesi a tecnologia avanzata per gli arti inferiori, ma anche i progetti riabilitativi collegati, sono stati al centro di un convegno che si è tenuto a Napoli il 27 giugno.
Si è parlato di progetti sperimentati nel Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio con persone con deficit motori, conseguenti ad un infortunio o ad una malattia.
Le ortesi tradizionali hanno di solito uno scheletro metallico ed un’articolazione meccanica del ginocchio che deve essere bloccata e sbloccata manualmente, con significative limitazioni nella vita quotidiana.
I nuovi dispositivi sono dotati di un’articolazione motorizzata che consente alla persona di raggiungere un elevato grado di autonomia.
Il ReWalk…
Tra queste ReWalk, un esoscheletro capace di supportare l’attività di deambulazione di persone con totale impossibilità di controllare il movimento delle gambe.
Si tratta di un’ortesi motorizzata che si indossa esternamente agli indumenti degli arti inferiori. I motori elettrici, alimentati da una batteria, comandano le articolazioni delle anche e delle ginocchia e sono controllati da un sistema computerizzato.
Destinato ad essere usato con due bastoni canadesi per garantire la stabilità della stazione eretta e della deambulazione, è attivato da un sensore, posizionato nella parte antero-superiore del corpo.
Viene controllato dal paziente mediante piccoli cambiamenti nel centro di gravità ovvero attraverso movimenti di inclinazione della parte superiore del corpo.
Ed il C-Brace
Si è poi parlato del tutore C-Brace e del primo caso clinico trattato in Italia, il napoletano Ciro Marigliano che sperimenta con successo l’evoluzione del ginocchio protesico adottato già da decine di migliaia di pazienti in tutto il mondo.
Si tratta di un’articolazione a completo controllo elettronico che ha consentito di dare vita ad una nuova generazione di ortesi KAFO controllata da un microprocessore.
L’applicazione di un sistema così avanzato e costoso richiede un periodo di riabilitazione di almeno quattro settimane, organizzato in base ad un preciso programma riabilitativo.
E’ possibile camminare e scendere le scale con frequenza del passo variabile e con velocità notevolmente superiori a quelle realizzabili con la protesi tradizionale.
Tutti questi progetti sono volti a garantire l’ottimale recupero psico-fisico ed il maggior livello possibile di autonomia, con l’obiettivo del reinserimento sociale e lavorativo.