Per i detenuti un lavoro nel cibo

Caffè Galeotto, sempre più apprezzati i prodotti artigianali realizzati da detenuti nelle carceri
Caffè Galeotto, sempre più apprezzati i prodotti artigianali realizzati da detenuti nelle carceri

 

Vi sono diverse esperienze di produzioni artigianali nelle carceri

Il lavoro dei detenuti ed il cibo sano sembrano avere un legame particolare.  Formare i detenuti per una produzione d’eccellenza, può dar loro la possibilità di tornare a credere in sé stessi. Oltre al birrificio realizzato a Rebibbia, vi sono diverse esperienze di produzioni artigianali legate alle carceri in Italia, che si sono potuti provare anche allo scorso Salone del Gusto a Torino.

Pausa Cafè per i detenuti
Pausa Cafè per i detenuti

Il caffè, la birra ed il pane

Sempre a Roma vi è anche il Caffè Galeotto della Cooperativa sociale Pantacoop, prodotto e confezionato nella torrefazione situata all’interno del carcere Rebibbia.

Sempre all’insegna dell’arabica sono i prodotti della cooperativa “Pausa Café, una realtà che si occupa di commercio equo e solidale,  aderisce al movimento Slow food e realizza progetti nelle carceri di gran parte del Piemonte. La prima attività è la produzione di caffè. La cooperativa ne importa una pregiata qualità dal Guatemala, per lavorarla poi in un laboratorio del carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino.

Ad Alessandria sono stati creati i laboratori di panificazione che producono prodotti di eccellenza come “Pane libero”, “Pane quotidiano” ed i “Grissini stirati”. Un altro panificio verrà a breve impiantato nella casa circondariale di Cuneo.

Mentre al “Rodolfo Morandi” di Saluzzo è attivo un birrificio che impiega 5 detenuti,  e a Grugliasco c’è un ristorante, dove lavorano  detenuti che si trovano ad attraversare la fase del fine pena.

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Il reinserimento sociale

I ragazzi che lavorano hanno frequentato regolarmente corsi di formazione tenuti da esperti del settore, che hanno trasmesso loro una professione spendibile al momento del reinserimento nella società civile.

E’ stato firmato tra Regione, amministrazione penitenziaria per l’Emilia-Romagna e Tribunale di sorveglianza di Bologna, il protocollo “Acero” rivolto a detenuti comuni. Il protocollo prevede per circa 45 persone l’anno misure alternative al carcere finalizzate a garantire il reinserimento sociale e a ridurre o contenere il rischio di recidiva.

La durata del progetto è biennale e prevede, oltre alla accoglienza dei detenuti in strutture alternative al carcere, l’avvio di 108 percorsi di inclusione lavorativa. Grazie anche a questo accordo, si possono assaporare le piante aromatiche bio della linea di cosmetici Coop Vivi Verde, prodotte dalla cooperativa sociale “Il Bettolino” di Reggio Emilia.