Maternità, Italia è un po’ matrigna

I dati Istat per l'Italia sulla maternità rivelano  dati positivi e alcune problematiche
I dati Istat per l’Italia sulla maternità rivelano dati positivi e alcune problematiche (Image, courtesy CC by Kit4na)

Nel nostro Paese, secondo Istat, essere madri è un percorso tra luci ed ombre

Come è essere mamme in Italia? Se migliora l’attenzione alla salute durante la gravidanza – diete adeguate e stop ad alcol e fumo – resta superiore alla media europea il ricorso al parto cesareo e alla medicalizzazione. Cresce l’allattamento al seno, soprattutto tra le straniere. I dati Istat aggiornati al 2013 rivelano un percorso della maternità in chiaro e scuro nel nostro Paese, che fa riferimento all’esperienza di 2,7 milioni di donne (di cui il 18,2% straniere) che hanno avuto un figlio nei cinque anni precedenti la rilevazione. Insomma, in Italia le donne fruiscono di un buon livello di assistenza durante la gravidanza ed il 94,3% delle donne si sottopone alla prima visita entro il terzo mese di gravidanza, da protocollo nazionale ed in linea con il passato. Ma continua ad aumentare la medicalizzazione in gravidanza e troppe donne eccederebbero nei controlli ecografici: il 37,6% ha fatto almeno 7 ecografie durante la gestazione (il 23,8% nel 2000 e il 28,9% nel 2005).

Maggiore attenzione alla salute durante la gravidanza

Donne fumatrici più consapevoli sui danni del fumo per il nascituro tanto che il quasi il 75% smette di fumare nel periodo di gestazione, quasi il 10% in più rispetto alla precedente rilevazione, mentre il più di un quinto riduce le quantità e solo il 3% non modifica le proprie abitudini al fumo, comunque la metà rispetto al passato. Sulla scelta di abbandonare il tabacco conta l’istruzione, se quasi il 90% delle donne più istruite smette di fumare contro il 65,2% di quelle che hanno al massimo la licenza di scuola media inferiore.

Ancora alto il ricorso al taglio cesareo e la medicalizzazione del parto spontaneo

L’Italia resta il paese europeo con il più alto ricorso al taglio cesareo, oltre un terzo, in base alle schede di dimissione ospedaliera (SDO) del Ministero della Salute. Soprattutto nel mezzogiorno. Anche nell’assistenza al parto spontaneo è molto medicalizzato nella fase del travaglio o del parto con la rottura artificiale delle membrane, l’episiotomia e la somministrazione di ossitocina per aumentare la frequenza e l’intensità delle contrazioni.

Allattamento al seno in crescita, soprattutto per le donne straniere

Dato positivo, l’aumento, rispetto al 2005, le donne che allattano al seno (85,5% contro l’ 81,1%) insieme alla durata media del periodo di allattamento: da 6,2 mesi nel 2000 a 7,3 mesi nel 2005 fino al valore di 8,3 nel 2013. Il numero medio di mesi di allattamento esclusivo al seno è pari a 4,1, con in testa la Provincia autonoma di Trento (5,0) e quello più basso in Sicilia (3,5). Tra le cittadine straniere è maggiore sia la quota di donne che allatta (l’89,4% contro l’84,6% delle italiane), sia la durata dell’allattamento (9,2 mesi in media, contro 8,1 delle italiane).