Successo con le cellule staminali. Partita la campagna fondi
Il trapianto con cellule staminali potrebbe sostituire i trattamenti usati per le forme gravi di sclerosi multipla, come emerge da uno studio condotto a Genova, finanziato dalla FISM, Fondazione dell’ AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla).
I ricercatori infatti hanno valutato i risultati del trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche, dopo un lavoro di immuno-soppressione, rispetto a quelli raggiunti tramite mitoxantrone.
Per la ricerca, sono state coinvolte ventuno persone la cui disabilità legata alla sclerosi multipla era aumentata nel corso dell’anno.
La ricerca
Alcuni partecipanti, per sopprimere l’attività del sistema immunitario stesso, hanno ricevuto il trattamento con mitoxantrone, gli altri nove hanno ricevuto come trattamento le cellule staminali raccolte dal loro midollo osseo.
E le persone che hanno ricevuto il trapianto con cellule staminali hanno avuto l’80% in meno di nuove lesioni cerebrali T2 rispetto alle altre.
Inoltre, anche il passaggio del trattamento da interferone a copaxone nelle persone con SM recidivante è associato a risultati positivi, come dimostrato da studi internazionali.
E i pazienti che hanno ricadute in corso potrebbero beneficiare delle terapie immunomodulanti anche dopo l’insorgenza della forma progressiva.
La campagna di raccolta fondi al 45599
Per sostenere le ricerche sulla sclerosi multipla, dal 23 febbraio e sino al prossimo 15 marzo è partita una raccolta fondi con un SMS solidale od una chiamata al 45599.
L’SMS solidale è legato all’evento “la Gardenia di AISM” che si terrà in oltre 4000 piazze italiane in occasione della Festa della Donna, sabato 7 e domenica 8 marzo.
I fondi raccolti andranno a sostenere progetti di ricerca sulle forme progressive di sclerosi multipla, in particolare studi su nuovi bersagli terapeutici, nuovi trattamenti farmacologici e riabilitativi.
In particolare a tre importanti progetti per le forme progressive:
Gli effetti del trattamento intensivo di Amadeo, un robot che permette di allenare le dita della mano in condizioni facilitate e interattive, svolto da Nicola Smania dell’ Università di Verona.
Gli studi sulla distribuzione del sodio nelle cellule nervose e sulla relazione tra tali concentrazioni e l’accumulo di disabilità fisica e cognitiva in pazienti con SM (Maria Petracca, Dipartimento di Neurologia del Mount Sinai School of Medicine di New York).
Comprendere come il GPR17, molecola coinvolta nel differenziamento delle cellule che producono mielina (oligodendrociti), possa promuovere la ricostruzione della mielina danneggiata nella SM (Maria Pia Abbracchio Università degli Studi di Milano).
Per ulteriori informazioni, il sito dell’Aism