Fondazione Santa Lucia a Roma, rischio fallimento: la Regione Lazio non paga i rimborsi

Edificio dell'Ircs Santa Lucia
L’ospedale Santa Lucia ancora a rischio chiusura

Un taglio ai rimborsi per la riabilitazione che pagheranno i pazienti

In una paese dove ogni giorno di più molte persone rinunciano a curarsi per mancanza di denaro, così come denunciato dal rapporto Censis accade pure che un Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico (Ircss) ad alta specialità e che unisce ricerca a percorso di guarigione per gravissime lesioni (lesioni spinali, post coma, ictus, cerebrolesioni, malattie neurodegenerative ecc.) rischi di chiudere per la mancata riscossione delle prestazioni da parte di una Regione. Stiamo parlando della Fondazione Santa Lucia a Roma, uno dei 49 Ircss dove lavorano 800 persone tra medici, infermieri, psicologi, terapisti, ricercatori, amministrativi e dove ogni anni sono curate più di 2.000 persone che accedono tramite Servizio Sanitario Nazionale. Quindi un accesso a terapie di eccellenza garantito a tutti. Tuttavia l’attuale presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, non vuole riconoscere al Santa Lucia i rimborsi previsti dal Codice 75 ovvero la riabilitazione intensiva in ricovero. E’ successo che la giunta regionale, di propria iniziativa, ha introdotto criteri restrittivi per l’accesso a questo codice di rimborsi, estromettendone di fatto una serie di pazienti molto gravi e quindi limitandosi a rimborsare i ricoveri. L’ammanco che il Santa Lucia rivendica alla Regione si aggira a più di 100 milioni di euro. Dopo varie trattative la soluzione proposta dalla Regione Lazio di dimezzare lo spazio per i pazienti trattati fino ad ora e di aprirsi a pazienti che troverebbero cure adeguate anche in altre strutture, equivale ad un vero e proprio declassamento, equiparandolo così ad altre strutture private di riabilitazione ordinaria. Il fabbisogno del Santa Lucia è di 65 milioni di euro, il budget che assegnerebbe la Regione Lazio a guida Zingaretti invece ammonta a solo 44 milioni di euro. Eppure solo un anno fa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella davanti  a pazienti e medici parlava dell’ospedale come un “crocevia collocato al limite di obiettivi che sembrano impossibili, ma possono essere raggiunti e superati”.

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