Dalari delle cooperative social: problemi e riflessioni sul ritardo del rinnovo del CCNL

Il contratto delle cooperative sociali è ormai scaduto da quasi 5 anni ed ancora non si intravedono quali potrebbero essere i tempi del suo rinnovo. Si tratta di un rinnovo di contratto che interessa una gran moltitudine di operatori formata da circa 400 mila addetti. Una categoria che già vive gli effetti di una grande precarietà dei contratti di appalto in cui è impiegata, dei tagli alle politiche sociali inflitti dalla crisi economica, di gare indette al massimo ribasso costretta spesso a cambiar casacca di cooperativa dovuta ai cambi appalto che stravolgono anche la modalità di lavorare e il senso di appartenenza di un lavoratore che spesso è anche socio della cooperativa in cui lavora e che spesso si ritrova con salari ridimensionati e senza nemmeno più patria, né bandiera.

L’ultimo rinnovo del contratto delle cooperative sociali, avvenuto nel 2011 si concretizzò quando ancora gli effetti della crisi erano ancora ai primi albori e si nutriva la speranza che il momento difficile potesse essere superato e riprendere il trend di crescita delle le politiche sociali e della spesa pubblica da cui dipende in gran parte la categoria.

In realtà gli anni a venire dopo il 2011 sono stati sempre più difficili per il settore e soprattutto i lavoratori hanno risentito della perdita progressiva del potere di acquisto, tenuto conto anche che l’ultimo scatto risale ormai a maggio 2013. Le retribuzioni lorde attualmente allo stato dei livelli B1 e C1, che sono i livelli base della categoria, hanno un inquadramento rispettivo di 1.250 e 1.380 euro per un full time, che al netto delle tasse e dei contributi è ben poca cosa attestandosi di poco sopra i 1000 euro e non possono di certo bastare a mantenere una famiglia anche se raddoppiati dalla presenza di un coniuge con il medesimo inquadramento retributivo.

Una condizione che sembra invece destinata a durare   perché all’orizzonte non si intravedono prossimi segnali di ripresa e perché le condizioni congiunturali inchiodano la spesa pubblica ad un generale impoverimento.

Il ritardo del rinnovo dunque al di là dei soliti rimpalli tra le parti sociali, dipende dalle difficoltà degli enti e delle Amministrazioni pubbliche che rappresentano in gran parte i maggiori committenti delle cooperative sociali e che dispongono sempre di minori risorse per far fronte alle spese sociali e a quelle socio-sanitarie.

Anche il mercato privato delle prestazioni sociali stenta altresì a decollare in quanto gli stessi consumi privati in questo campo sono quelli a cui più facilmente si rinuncia in un momento di crisi economica e i lavori di assistenza sociale sono assorbiti dalla famiglia e da prestazioni singole di colf e badanti che risultano invece aumento.

A ciò si aggiungono anche le valutazioni che il contratto delle cooperative sociali è oggi meno conveniente nella sua applicazione rispetto ad altri contratti come quello di multiservizi per restare ad un contratto che spesso viene usato nel settore, quand’anche non vengono usati contratti gialli sottoscritti strumentalmente da alcune improvvisate organizzazioni sindacali.

Come se non bastasse le retribuzioni delle cooperative sociali vengono spinte in giù anche dalle modalità di aggiudicazione e di affidamento dei bandi di gara. Spesso a prevalere viene infatti lasciato il prezzo rispetto ai fattori della professionalità e della competenza dell’impresa e degli operatori e molte gare sono aggiudicate   anche in presenza di ribassi che si spingono ben al di sotto di quello del costo del lavoro mediamente calcolato dalle Tabelle Ministeriali sul contratto delle cooperative sociali. Purtroppo, su questo fronte la labilità delle norme spesso non collimanti quando vi è da determinare l’esclusione dell’offerta in rapporto al costo del lavoro minimo inducono a favorire fenomeni di sfruttamento del lavoro negli appalti a labour intensive.

Non ultimo la cooperazione sociale ed i suoi soci risentono degli scandali che recentemente hanno attraversato questo mondo e colpito alcuni suoi esponenti. Le campagne denigratorie che ne sono scaturite hanno spesso travisato e hanno debordato le responsabilità dei singoli finendo per coinvolgere l’intero sistema delle cooperative sociali come un mondo di malaffare. Tutto questo ha avuto profonde ripercussioni sugli stessi lavoratori-soci e sulle loro famiglie che si sentono, oltre ad avere redditi ridotti in proporzione agi impegni sempre maggiori richiesti sul piano professionale e lavorativo, anche additati di appartenere ad un mondo poco pulito e trasparente.

Non vi è dubbio che l’insieme di questi problemi stia quindi causando riflessi sulla gestione delle cooperative, inquinando a volte lo stesso clima interno e favorendo anche fenomeni di gravi contrasti, causati a volte da una sindacalizzazione sempre più estrema che speculano sulle difficoltà per ribaltare tutta la responsabilità sulle governance e aumentare la distanza tra lavoratori e cooperativa.

Si tratta anche in questo caso di saper distinguere responsabilità e problemi evitando facili conclusioni e soprattutto di cogliere questa nostra riflessione per cercare di realizzare un’analisi completa di tutte le componenti e situazioni, che oggi determinano un ritardo nel rinnovo dei contratti e aiutare a superare le difficoltà.