Assistenti vocali, l’intelligenza artificiale nelle nostre case

Gli assistenti vocali di Google ed amazono sono0 stati tra i gadget digitali più acquistati durante le festività, non sono giocattoli, ma anche domotica ed accessibilità
Gli assistenti vocali di Google ed Amazon sono stati tra i gadget digitali più acquistati durante le festività, non sono giocattoli, ma anche domotica ed accessibilità

Gli assistenti vocali sono nelle nostre case, il loro acquisto ha visto un vero e proprio boom durante le ultime festività. Gadget elettronici sì, ma con interessanti caratteristiche per quanto riguarda domotica ed accessibilità. Con limiti, pregi e difetti e qualche timore per la privacy

Gli assistenti vocali o smart speaker sono entrati nelle nostre case. Le loro vendite, in occasione delle festività di fine 2018 ha visto una vera impennata: + 200 per cento a livello globale nell’ultimo trimestre 2018, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un’espansione del mercato che, per dimensioni e rapidità, secondo gli esperti supera quella degli smartphone e lascia prevedere che, nel giro di 3 anni, i dispositivi a comando vocale soppianteranno le app nella vita di tutti i giorni.

Cosa sono gli assistenti vocali

Gli assistenti vocali sono degli altoparlanti intelligenti, dotati di microfoni e connessi in wi-fi, che, grazie all’intelligenza artificiale e al riconoscimento vocale sono in grado di eseguire ordini impartiti dagli utenti: dare le ultime notizie ed il meteo, diffondere musica o programmi radiofonici, ad esempio. Anche, però, accendere o spegnere le luci e regolarne l’intensità, regolare il riscaldamento, cambiare canale sulla tv e molto altro. A patto che questi dispositivi siano connessi in rete e compatibili. Tutto questo può essere programmato, attraverso l’assistente vocale, utilizzando semplicemente la voce, oppure, a distanza, attraverso lo smartphone. Ovvero, è arrivata, alla portata la smart home, la casa intelligente attraverso l’integrazione nell’Iot, l’internet delle cose.

Carol Smith può controllare le luci ed il termostato con Amazon Echo. Può chiedere ad Alexa di ricordare di prendere le medicine o di chiedere una chiamata di soccorso. “Gli offre una grande opportunità d'indipendenza  afferma suo marito Ray - se per qualche motivo ho la necessità di allontanarmi, lei ha la possibilità di essere autonoma” (testimoninaza della famiglia Smith - Kaiser Health News)
Carol Smith può controllare le luci ed il termostato con Amazon Echo. Può chiedere ad Alexa di ricordare di prendere le medicine o di chiedere una chiamata di soccorso. “Gli offre una grande opportunità d’indipendenza afferma suo marito Ray – se per qualche motivo ho la necessità di allontanarmi, lei ha la possibilità di essere autonoma” (testimonianza della famiglia Smith – Kaiser Health News)

Gli assistenti vocali ed il loro utilizzo come ausili per l’accessibilità

Date le loro caratteristiche, ovvero la capacità di eseguire operazioni in base a comandi vocali e la loro capacità d’interazione con apparati domotici, appaiono evidenti le potenzialità di questi dispositivi per l’accessibilità. Il poter comandare a distanza, con la voce, degli automatismi nella casa viene incontro a molte esigenze di persone con disabilità. Non solo. Per le persone anziane gli assistenti vocali possono semplificare tanti aspetti della vita quotidiana, come ricordare di prendere medicinali, effettuare chiamate di emergenza handfree o preparare la lista della spesa ed ordinarla ael negozio di fiducia. Aspetti che approfondiremo più avanti in un articolo specifico.

 

Gli assistenti vocali presenti sul mercato italiano

I principali assistenti vocali presenti sul mercato italiano sono senz’altro Google Home, basato su Google Assistant, Amazon Echo, che si basa su Alexa, e Apple HomePod, che utilizza Siri. Ne esistono anche di altre marche, che utilizzano però, su licenza, l’intelligenza artificiale e le capacità di riconoscimento vocale di questi tre produttori e di Cortana, l’assistente vocale di Windows di Microsoft , azienda che per il momento ha deciso di non presentare sul mercato un proprio prodotto di brand. Altri prodotti simili sono sul mercato o stanno arrivando, provenienti principalmente dalla Cina, con caratteristiche più o meno personalizzate rispetto ai dispositivi cui si ispirano, ma comunque sempre basate sulle medesime piattaforme. Non è da escludere che, in futuro, faranno la loro apparizione nuove piattaforme. In attesa di nuovi prodotti, vediamo insieme i prodotti di Google ed Amazon, che sono quelli che vanno per la maggiore.

Google Home e Mini
Google Home e Mini

Assistenti vocali: Google Home e mini

Google propone due modelli di assistenti vocali: Google Home e Google Home Mini. Il primo è caratterizzato da una elegante forma tronco conica, il secondo assomiglia ad un bottone. Entrambi sono dotati di un piccolo pannello touch, che serve, essenzialmente. per l’interazione luminosa e la regolazione del volume. Li ho testati entrambi. Il modello superiore ha un bel suono profondo e si sente bene anche in ambienti grandi. Il più piccolo ha un suono ovviamente molto meno potente e va forse bene soprattutto per essere tenuto sul comodino. In compenso, al contrario del primo, che è disponibile solo in bianco e grigio chiaro, il secondo è disponibile in diversi colori molto vivaci. L’installazione via app su smartphone è abbastanza semplice. Ricordate, però, che su iPhone, oltre che all’App Google Home, occorre installare anche Google Assistant (che è invece nativo sui dispositivi Android), altrimenti la lingua italiana potrebbe non essere disponibile. Una volta effettuata l’installazione ed i pochi indispensabili settaggi, i dispositivi funzionano immediatamente riconoscendo in maniera abbastanza precisa le richieste. Attenzione però: alcune funzioni sono a pagamento (abbonamenti a Google Play o Spotify, ad esempio, per scegliere autori, brani o album, altrimenti funzionano solo playlist generiche) ed altre, in attesa di localizzazione, non sono ancora presenti per il mercato italiano, come la possibilità di fare chiamate hand free.

La gamma Amazon Echo
La gamma Amazon Echo, da sinistra Dot, Echo, Plus e Spot

Assistenti vocali: la gamma Amazon Echo

Amazon propone 4 diversi modelli di assistenti vocali Echo nei colori nero, antracite e grigio. Il design è sicuramente meno elegante di quelli dei dispositivi Google, ma sul mercato sono già presenti delle “skin” (vestitini) per personalizzarlo con vari, materiali, colori e fantasie per adattarlo al proprio ambiente domestico. Solo uno dei modelli, Echo Spot, è dotato di schermo touch. Gli altri hanno solo comandi meccanici. Altra distinzione è che tutti, tranne Echo Plus, il modello top di gamma concepito, come un hub domotico che controlla tutti i dispositivi in una a casa grazie all’applicazione Zigbee integrata, sono per un solo ambiente domestico (un ambiente, un dispositivo). Infine, a differenza dei dispositivi Google, che funzionano solo in wireless o in bluetooth per collegarsi ad altri dispositivi di riproduzione audio, la gamma echo ha un uscita audio con spinotto da 3,5 mm (Echo Plus anche un ingresso). Ho provato Echo e e Echo plus. Entrambi facilissimi da installare e configurare, sono pronti a funzionare veramente in 5 minuti. Anche qui da registrare la mancata implementazione, nella versione italiana, di tutte le funzioni presenti in quella per il mercato anglosassone. Ci vorrà del tempo per la piena localizzazione.

Assistenti vocali: Google e Amazon, impressioni d’uso

La prima distinzione è sulla capacità di riconoscere i comandi in linguaggio naturale: Google Home è decisamente più flessibile di Amazon Echo, che riconosce, invece, ordini più schematici. Anche per la sintesi vocale e la qualità di riproduzione audio il prodotto Alphabet, la casa madre di Google, è qualche punto sopra alla multinazionale di Seattle. Del resto Google Assistant ha di suo quasi dieci anni di addestramento e perfezionamento su miliardi di dispositivi Android. Mentre Alexa ha visto la luce proprio su questo tipo di dispositivi solo qualche anno fa.

Dalla sua Amazon Echo ha una maggiore disponibilità di funzioni fin dall’inizio, un prodotto decisamente più maturo (almeno per il mercato italiano) e la possibilità di usare il proprio account Amazon Prime per accedere direttamente ad Amazon Prime Music (oltre 2 milioni di brani musicali) e video (una collezione altrettanto sterminata di film, serie televisive e documentari). Sulla disponibilità app per dispositivi per la domotica, i due prodotti sostanzialmente si equivalgono. La soddisfazione d’uso è sostanzialmente equivalente, ma dopo il primo utilizzo la domanda è: cosa saranno saranno in grado di fare domani, quando la localizzazione delle funzioni attuali sarà matura e ne saranno introdotte delle nuove?

Qualche dubbio su privacy e sicurezza

Tutto molto bello, insomma. Salvo non dimenticare che gli assistenti vocali sono sempre connessi ad internet ed hanno i microfoni in ascolto, a meno che non siano spenti. L’interazione che abbiamo con loro produce dati, a partire dalla nostra localizzazione, su i nostri interessi, i nostri consumi e sui dispositivi che colleghiamo. Tutte informazioni, anche se anonime (almeno questo dicono le condizioni d’uso), di enorme interesse commerciale per grandi multinazionali come Google, Amazon, Apple e Microsoft. Questi dati, dicono, servono a migliorare l’esperienza utente e a favorire lo sviluppo dell’ Ai e del riconoscimento vocale dei dispositivi, ma, Facebook insegna, nessun dato personale è mai veramente anonimo e al sicuro. Inoltre, si tratta di dispositivi appena immessi sul mercato, ancora in attesa di una piena maturità: cosa succederebbe se qualcuno scoprisse una falla e riuscisse ad introdursi via assistente vocale nelle nostre case? Non dimentichiamo, infatti, che questi dispositivi sono concepiti per controllare tutto, incluso il sistema di allarme domestico. Di questo aspetto ne parleremo di più in un prossimo articolo.